San Giovanni Bosco

Oggi è un santo, secondo la Chiesa cattolica, ma San Giovanni Bosco è chiamato semplicemente “don Bosco”, con quel titolo affettuoso che la santità non gli ha privato nel cuore dei fedeli. L’importanza di don Bosco sta tutta nella sua creazione che ha segnato intere generazioni di italiani, con un progetto educativo fortemente caratteristico e non scomparso nell’Italia di oggi: l’oratorio. Nato nella campagna piemontese nel 1815, Giovanni Bosco è diventato sacerdote e a Torino, città ricca ma piena di problemi sociali, don Bosco ha cominciato a cercare i ragazzi disagiati nelle strade, costretti al lavoro fin da giovani o malnutriti. Ha così deciso di radunare i giovani in un Oratorio, dove la missione educativa e quella di assistenza si univano in un progetto che salvava i ragazzi dalla sicura emarginazione, se non dalla morte. In seguito don Bosco, che ha esteso la sua attività anche all’Argentina, ha creato un ordine, i Salesiani don Bosco, che nel corso di oltre un secolo ha disseminato numerosi paesi di scuole e centri educativi di grande valore. Ma soprattutto don Bosco ha creato un modello che ogni chiesa cattolica possiede: un oratorio, dove di pomeriggio i ragazzi possono incontrarsi per giocare (solitamente a calcio: è dagli oratori che sono usciti i principali campioni di calcio italiani!), se vogliono anche per pregare, restando lontani dai pericoli della strada. Oggi gli oratori sono un luogo di integrazione anche per i ragazzi non cattolici.

Enrico Mattei

La storia di Enrico Mattei è certamente legata all’ENI e alla sua misteriosa morte. In realtà Mattei, nato nelle Marche nel 1906, si è distinto per la partecipazione durante la Seconda Guerra Mondiale alla guerra partigiana contro i nazi-fascisti, nelle formazioni cattoliche. Poi è stato tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, che lo ha mandato nel 1945 alla guida dell’AGIP, l’ente petrolifero italiano. Avrebbe dovuto liquidarlo, per via delle sue condizioni disastrate, ma al contrario ha capito le potenzialità del settore. In pochi anni l’AGIP ha ampliato la sua produzione nella Pianura Padana e nel 1953 Enrico Mattei ha dato vita all’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) e l’ha fatta diventare in breve tempo un colosso. La sua principale battaglia, poi vinta, è stata rompere il cartello delle “Sette sorelle” (5 compagnie americane, una inglese e una anglo-olandese) che praticavano prezzi molto sfavorevoli verso i paesi produttori di petrolio, detenendo il controllo del mercato occidentale. Mattei ha preso accordi diretti con l’Iran, offrendo condizioni molto favorevoli per Teheran, estendendo questi contratti alla Libia, all’Egitto e ad altri paesi produttori. Anche da qui, cioè dall’offerta di contratti più equi e giusti, nascono i buoni rapporti tra Italia e mondo arabo, mentre Mattei si è attratto l’ostilità delle grandi compagnie petrolifere mondiali. E’ morto il 27 ottobre 1962, in un incidente aereo su cui sono rimaste molte ombre: negli anni Novanta, nuovi studi scientifici sui reperti dell’aereo hanno riproposto la tesi dell’attentato, anche se risulta difficile capire chi, tra i suoi numerosi nemici, possa esserne responsabile.

Shlomo Venezia

Shlomo Venezia

Shlomo Venezia era uno degli ultimi sopravvissuti italiani di Auschwitz. Arrestato nel 1944 a Salonicco (dove era nato nel 1923 in una famiglia italiana), Shlomo Venezia fu portato ad Auschwitz-Birkenau, dove fu assegnato al Sonderkommando: una delle peggiori torture cui gli ebrei potevano essere costretti, cioè obbligati a lavorare con le SS tedesche per aiutarle a eliminare gli altri ebrei. Il trauma e il dolore permanente per quello che accadde, Shlomo Venezia lo riportò in un volume, Sonderkommando Auschwitz. In questo sito possiamo leggere la sua  testimonianza, mentre nel seguente breve documentario ci presenta la sua esperienza.

Carolina Invernizio

Nata a Voghera nel 1851, Carolina Invernizio conduce una vita abbastanza serena fino al periodo scolastico, quando mostra la sua vena letteraria e pubblica sul giornalino della scuola un racconto che le fa rischiare l’espulsione. Il matrimonio non la frena nella sua vivacità di scrittrice e Carolina, devotissa alla Vergine Maria, inventa romanzi in grande quantità, che pubblica con l’editore Salani. I suoi libri hanno un enorme successo di pubblico, soprattutto femminile, grazie alle donne che ne sono protagoniste. Sono storie complicate e improbabili di amore e delitti, un po’ horror. La critica letteraria invece non è molto generosa con lei (Gramsci la definisce una “onesta gallina della letteratura”, Lucini una “impudente scombiccheratrice di carte” e così via). Muore nel 1916 e alcuni suoi romanzi vengono pubblicati in seguito. In totale ha scritto circa 130 titoli.

Carlo Alberto Dalla Chiesa

Alberto Dalla ChiesaCarlo Alberto Dalla Chiesa è stato un generale dei Carabinieri e prefetto della Repubblica. Ha lavorato fin dal 1949 in Sicilia, dove ha indagato su numerosi crimini di mafia. E’ stato trasferito in varie città del Nord (Firenze, Como, Milano, Roma, Torino) ed è diventato anche protagonista della lotta alle Brigate Rosse, il gruppo terroristico che ha insanguinato l’Italia negli anni Settanta. Nel 1981 è diventato vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e si è meritato la fama di ufficiale affidabile e integro. Nell’aprile 1982 è stato trasferito nuovamente in Sicilia, come prefetto di Palermo. Qui ha lanciato diversi appelli pubblici per chiedere allo Stato maggiore forza nella lotta alla mafia. In quei mesi ha ottenuto alcuni successi, con arresti di diversi mafiosi della famiglia dei corleonesi, ma la mafia l’aveva già preso di mira. Il 3 settembre, mentre era in macchina con la moglie Emanuela Setti Carraro, la loro auto è stata affiancata da un’altra, da cui sono partiti numerosi colpi di arma da fuoco, che hanno ucciso la coppia. Ai funerali il vescovo di Palermo, il card. Salvatore Pappalardo, ha accusato la politica di Roma di avere abbandonato la Sicilia, mettendo in imbarazzo le autorità presenti in chiesa. Negli anni successivi i mandati e gli esecutori materiali dell’omicidio sono stati condannati.