La storia di Enrico Mattei è certamente legata all’ENI e alla sua misteriosa morte. In realtà Mattei, nato nelle Marche nel 1906, si è distinto per la partecipazione durante la Seconda Guerra Mondiale alla guerra partigiana contro i nazi-fascisti, nelle formazioni cattoliche. Poi è stato tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, che lo ha mandato nel 1945 alla guida dell’AGIP, l’ente petrolifero italiano. Avrebbe dovuto liquidarlo, per via delle sue condizioni disastrate, ma al contrario ha capito le potenzialità del settore. In pochi anni l’AGIP ha ampliato la sua produzione nella Pianura Padana e nel 1953 Enrico Mattei ha dato vita all’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) e l’ha fatta diventare in breve tempo un colosso. La sua principale battaglia, poi vinta, è stata rompere il cartello delle “Sette sorelle” (5 compagnie americane, una inglese e una anglo-olandese) che praticavano prezzi molto sfavorevoli verso i paesi produttori di petrolio, detenendo il controllo del mercato occidentale. Mattei ha preso accordi diretti con l’Iran, offrendo condizioni molto favorevoli per Teheran, estendendo questi contratti alla Libia, all’Egitto e ad altri paesi produttori. Anche da qui, cioè dall’offerta di contratti più equi e giusti, nascono i buoni rapporti tra Italia e mondo arabo, mentre Mattei si è attratto l’ostilità delle grandi compagnie petrolifere mondiali. E’ morto il 27 ottobre 1962, in un incidente aereo su cui sono rimaste molte ombre: negli anni Novanta, nuovi studi scientifici sui reperti dell’aereo hanno riproposto la tesi dell’attentato, anche se risulta difficile capire chi, tra i suoi numerosi nemici, possa esserne responsabile.