Luna

“Luna” è una canzone di Loredana Bertè del 1997. Con questo brano la cantante si è presentata al Festival di Sanremo dello stesso anno. Se il brano “E la luna bussò” cantava l’emarginazione, in questa canzone la luna è la destinataria di un grido di disperazione per la scomparsa di una persona amata.
Il “lei” del testo, infatti, si riferisce probabilmente a sua sorella Mia Marini.

Loredana Bertè

E vaffanculo luna!
Da quella fregatura,
da quella notte senza fortuna.
Da quanto tempo luna
è come stare fuori?
Chissà che fine ha fatto lei?
E quel bastardo che vorrei…
Da quanto tempo luna
ho perso la misura?
Ho seppellito
pure il cuore.
E che fine ho fatto anch’io?
Mi sono detta: “Addio, addio”.
E come si sta bene
a stare così soli!
In queste notti brave
di maledetti suoni.
Che fine ha fatto lei?
Che cosa abbiamo fatto noi?

Da quanto tempo luna
non c’è più l’infinito?
E’ stato già spartito in privato, luna.
E che fine ha fatto Dio?
Che ci abbia detto: “Addio, addio”?
E come si sta bene
a stare così soli!
E navigare a vuoto
in mille direzioni.
E come si sta bene
a ridere da soli!
In queste notti luna
in cerca di altri voli.
E che fine ha fatto
che fine ha fatto Dio?
Che fine!

Se una notte di inverno un viaggiatore

“Se una notte di inverno un viaggiatore” è un romanzo di Italo Calvino, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 1979. Il libro racconta la storia di un lettore che cerca di terminare un romanzo e che viene catapultato via via in storie diverse.
Calvino, in quest’opera, ci mostra la sua genialità e fantasia con una storia che è fatta di storie e ci accompagna in un romanzo “sulla gioia di leggere romanzi” dove, come dice lo stesso autore, “protagonista è il lettore”.
Il libro ha avuto, ed ha tutt’ora, un grande successo di pubblico in Italia e all’estero, dove è stato tradotto in moltissime lingue.

Livello di lingua necessaria per leggerlo: B2

Se una notte di inverno un viaggiatore

Inizio del libro:

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino! » O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.

Una barca nel bosco

“Una barca nel bosco” è un romanzo di Paola Mastrocola, pubblicato dalla casa editrice Guanda nel 2003. Il libro racconta la storia di Gaspare Torrente, un ragazzo che si trasferisce a Torino da un’isola del Sud Italia per frequentare il liceo.
L’autrice affronta con efficiacia e con ironia lo straniamento del ragazzo, ma non è un racconto per adolescenti perché la storia di Gaspare è la storia di una vita e lui è un protagonista che ci appare sempre fuori tempo e fuori luogo, come una barca nel bosco, appunto.
Il libro ha vinto il Premio Campiello 2004.

Livello di lingua necessaria per leggerlo: B2

Una barca nel bosco

Inizio del libro:

Mi pesa tutto quello che viene prima, quando sono ancora a casa al buio, e la luce non la posso accendere se no mia madre si sveglia e, visto che viene a letto così tardi, meglio di no; mi pesa che devo lavarmi al freddo perché il riscaldamento non è ancora partito, mettermi su il latte nel pentolino e stare attento quando sfrigola che non si metta a bollire, se no se ne esce tutto sul fuoco, ed è incredibile quanto puzza il latte quando cade sul fuoco. Veramente me la preparerebbe volentieri zia Elsa la colazione, ma siccome è molto grossa, se si alza troppo presto le gira la testa e potrebbe cadere. Mia madre mi ha detto: vuoi mica far cadere zia Elsa?
Mi ci faccio la zuppa nel latte caldo. Prendo il pane, lo rompo a pezzi, lo lascio un po’ così a galleggiare che diventa morbido e poi me lo mangio. È l’ultima cosa che mi pesa la zuppa, perché sono ancora in casa tutto solo, mezzo al buio e al freddo, e mi sembra che sia toccata solo a me una vita dove ti inzuppi il pane al buio.
Adesso che esco invece mi passa tutto. Perché vedo che la città è già tutta fuori, un mucchio di persone che si sono già lavate in bagno, si sono vestite, hanno fatto colazione, magari proprio una zuppa come la mia, e sono uscite; e secondo me tutto questo senza fare tante storie, nel senso che anche loro al buio e soli, però poi sembrano felici a prendersi il loro bravo tram e non dicono niente. E allora cosa dovrei dire io? che sono il più fortunato di tutti, perché vado al liceo, non al lavoro o in una scuoletta da ridere.

Andiamo a comandare

“Andiamo a comandare” è una canzone nonsense che ha avuto molto successo nell’estate 2016, soprattutto tra i bambini, superando in poco tempo le 50 milioni di visualizzazioni arivando ad essere trasmesso anche in radio e nelle discoteche.
Il brano è scritto da Fabio Rovazzi, un ragazzo che deve la sua fama a youtube e facebook e nel video sono presenti anche i rapper J-Ax e Fedez.

Fabio Rovazzi

Ma guardi Signor Rovazzi,
ho in mano qua la sua cartella
e devo dirle che tra tutti i valori
le è salito l’andare a comandare…
Mi spiace.

Ho un problema nella testa, funziona a metà,
ogni tanto parte un suono che fa: —

E ogni volta che mi parte, situo imbarazzante,
come quella volta che stavo al ristorante e —

“Posso offrirti da bere?”,
lei dice: “Va bene”

Solo che quando le passo il bicchiere —

È una malattia!
È pericolosa!
Statemi lontano, è contagiosa!

Non so se son pazzo
o sono un genio,
faccio i selfie mossi
alla Guè Pequeno,
non mi fumo canne,
sono anche astemio,
io non faccio brutto
ma…

Col trattore in tangenziale
andiamo a comandare!
Scatto foto col mio cane
andiamo a comandare!
In ciabatte nel locale
andiamo a comandare!
Sboccio acqua minerale,
andiamo a comandare!
Andiamo a comandare!

Ho un problema nella testa, funziona a metà
ogni tanto parte un suono che fa: —
E ho la testa che gira, come il kebab,
spengo la musica dentro il tuo club.

“Rovazzi, ma che cazzo fai!?”

Non so se son pazzo
o sono un genio,
faccio i selfie mossi
alla Guè Pequeno,
non mi fumo canne,
sono anche astemio,
io non faccio brutto
ma…

Col trattore in tangenziale
andiamo a comandare!
Scatto foto col mio cane
andiamo a comandare!
In ciabatte nel locale
andiamo a comandare!
Sboccio acqua minerale,
andiamo a comandare!
Andiamo a comandare!