Margherita Dolcevita

“Margherita Dolcevita” è un romanzo di Stefano Benni, pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli nel 2005. Il libro racconta la storia di Margherita, una ragazzina grassottella con un cuore grande e un po’ difettoso. La storia sembra quasi una favola dei giorni d’oggi e come tutte le favole il lieto fine non è scontato.
Stefano Benni ci conduce, da grande narratore qual è, in questo mondo magico e terribile che è poi il nostro stesso mondo.

Livello di lingua necessaria per leggerlo: B2

Margherita Dolcevita

Inizio del libro:

Sono andata a letto e le stelle non c’erano più. Ho pulito per bene il vetro della finestra, ma niente da fare. Erano sparite. Era sparita Sirio e Venere e Carmilla e Altazor. E anche Mab e Zelda e Bacbuc e Dandelion e la costellazione del Tacchino e la Croce di Lennon.
Non ditemi che alcune di queste stelle non esistono. Sono i nomi che gli ho dato io. Infatti rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario, ma anche quello del vocabolario, cioè con un nome inventato e scelto. In fondo tutti lo fanno. I miei genitori mi hanno chiamato Margherita, ma io amo essere chiamata Maga o Maghetta. I miei compagni di scuola, ironizzando sul fatto che non sono proprio snella, a volte mi chiamano Megarita; mio nonno, che è un po’ arteriosclerotico, mi chiama Margheritina, ma a volte anche Mariella, Marisella oppure Venusta, che era sua sorella. Ma soprattutto, quando sono allegra mi chiama Margherita Dolcevita.

Se una notte di inverno un viaggiatore

“Se una notte di inverno un viaggiatore” è un romanzo di Italo Calvino, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 1979. Il libro racconta la storia di un lettore che cerca di terminare un romanzo e che viene catapultato via via in storie diverse.
Calvino, in quest’opera, ci mostra la sua genialità e fantasia con una storia che è fatta di storie e ci accompagna in un romanzo “sulla gioia di leggere romanzi” dove, come dice lo stesso autore, “protagonista è il lettore”.
Il libro ha avuto, ed ha tutt’ora, un grande successo di pubblico in Italia e all’estero, dove è stato tradotto in moltissime lingue.

Livello di lingua necessaria per leggerlo: B2

Se una notte di inverno un viaggiatore

Inizio del libro:

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: «Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino! » O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.
Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce.

Una barca nel bosco

“Una barca nel bosco” è un romanzo di Paola Mastrocola, pubblicato dalla casa editrice Guanda nel 2003. Il libro racconta la storia di Gaspare Torrente, un ragazzo che si trasferisce a Torino da un’isola del Sud Italia per frequentare il liceo.
L’autrice affronta con efficiacia e con ironia lo straniamento del ragazzo, ma non è un racconto per adolescenti perché la storia di Gaspare è la storia di una vita e lui è un protagonista che ci appare sempre fuori tempo e fuori luogo, come una barca nel bosco, appunto.
Il libro ha vinto il Premio Campiello 2004.

Livello di lingua necessaria per leggerlo: B2

Una barca nel bosco

Inizio del libro:

Mi pesa tutto quello che viene prima, quando sono ancora a casa al buio, e la luce non la posso accendere se no mia madre si sveglia e, visto che viene a letto così tardi, meglio di no; mi pesa che devo lavarmi al freddo perché il riscaldamento non è ancora partito, mettermi su il latte nel pentolino e stare attento quando sfrigola che non si metta a bollire, se no se ne esce tutto sul fuoco, ed è incredibile quanto puzza il latte quando cade sul fuoco. Veramente me la preparerebbe volentieri zia Elsa la colazione, ma siccome è molto grossa, se si alza troppo presto le gira la testa e potrebbe cadere. Mia madre mi ha detto: vuoi mica far cadere zia Elsa?
Mi ci faccio la zuppa nel latte caldo. Prendo il pane, lo rompo a pezzi, lo lascio un po’ così a galleggiare che diventa morbido e poi me lo mangio. È l’ultima cosa che mi pesa la zuppa, perché sono ancora in casa tutto solo, mezzo al buio e al freddo, e mi sembra che sia toccata solo a me una vita dove ti inzuppi il pane al buio.
Adesso che esco invece mi passa tutto. Perché vedo che la città è già tutta fuori, un mucchio di persone che si sono già lavate in bagno, si sono vestite, hanno fatto colazione, magari proprio una zuppa come la mia, e sono uscite; e secondo me tutto questo senza fare tante storie, nel senso che anche loro al buio e soli, però poi sembrano felici a prendersi il loro bravo tram e non dicono niente. E allora cosa dovrei dire io? che sono il più fortunato di tutti, perché vado al liceo, non al lavoro o in una scuoletta da ridere.