Piazza Grande

Piazza Grande (1971) è una splendida canzone di Lucio Dalla. E’ dedicata a un senzatetto che vive in Piazza Maggiore a Bologna (la città che Dalla ha sempre amato): non ha niente e nessuno, ma la piazza lo fa sentire come a casa sua. Non è solo un omaggio a chi è più sfortunato di noi, ma è anche un inno a un luogo caratteristico delle città italiane: la piazza, come centro di scambi, incontri, confronti, dove si sviluppa una vita autenticamente comunitaria, anche nelle città più grandi. Tanto che perfino un senzatetto si può sentire a suo agio in una piazza italiana. La dimensione sociologica di questo brano ha indotto il Ministero della Pubblica Istruzione a inserirlo come testo di studio nell’esame di maturità del 2001.

Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è
sulle panchine in Piazza Grande,
ma quando ho fame di briganti come me qui non ce n’è.

Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me,
gli innamorati in Piazza Grande,
dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io.
A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io.

Una famiglia vera e propria non ce l’ho
e la mia casa è Piazza Grande,
a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.

Con me di donne generose non ce n’è,
rubo l’amore in Piazza Grande,
e meno male che briganti come me qui non ce n’è.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io.
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l’ho voluto io

Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.

E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me.





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