Lettera di Alda Merini al Papa

Alda Merini

Sua Santità Benedetto XVI

Santo Padre, mentre La ringrazio, La prego di tenere conto dei continui omaggi molto belli fatti da alcuni miei allievi, fra i quali Giuliano, i quali, pur onorandoLa, sono assai lontani da Lei. Noi poveri peccatori cerchiamo di onorarLa con disegni e preghiere, ma non vorremmo toccare l’ambito della superbia in cui è facile cadere. Grazie a Dio il Cristianesimo trionfa ma attenti alle false meretrici e peccatrici perché Dio ama i peccatori come noi. Io sono un guado pieno di errori che ho fatto e di cui mi pento. Santo Padre ho sentito la Terra Santa perché ho incontrato faccia a faccia il Signore. Io sono vissuta nella sporcizia, ho servito San Francesco e avrei voluto venire da Lei ma me lo hanno proibito per la mia salute e per riguardo ad Ella. “Peccatore come sono” ma madre sicura che non meritava 4 figli. Sono belli ma non cattolici, alcuni di loro non sanno di essere battezzati. Vanno a derubare la loro mamma ma sono sempre doni caro Santo Padre. Questi buoni ladroni sono la mia consolazione e moriranno con me, con i miei dolori. Hanno pianto, non avevano la mamma. Ma la mamma è sempre stata con loro, non li ha mai abbandonati. Oh dolce è stato il mio destino al quale ho lasciato i miei anni. Come è vera la storia di Maddalena, anche io come Maddalena. Abbracci le donne sono fredde come il ghiaccio. Per la malattia e la guarigione di Alda Merini.

Ospedale San Paolo. Milano 28 ottobre 2009.

(da Domenica – Il Sole 24 Ore del 13/11/2011)





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