Milano, agosto 1943

In questa struggente poesia, Salvatore Quasimodo descrive la città di Milano, distrutta dai terribili bombardamenti dell’agosto 1943.

Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s’è udito l’ultimo rombo
sul cuore del Naviglio. E l’usignolo
è caduto dall’antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.

25 luglio 1943: la caduta del fascismo

Con questo annuncio radiofonico si proclamava all’Italia, il 25 luglio 1943, che Benito Mussolini, al potere dal 1922, si era dimesso. Non per sua volontà: l’andamento negativo della guerra (il 22 luglio gli Alleati avevano completato la liberazione della Sicilia) aveva suggerito ai gerarchi fascisti un forte cambiamento. Fu perciò presentato da Dino Grandi, autorevole fascista e presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, un ordine del giorno, il celebre “ordine del giorno Grandi”, in cui si chiedeva al Duce di restituire al Re i poteri militari e quelli costituzionali. La maggioranza dei gerarchi fascisti lo approvò: 19 furono i voti a favore, 8 i contrari e 1 astenuto. Il giorno dopo Mussolini andò da Vittorio Emanuele III per dimettersi e fu subito arrestato e condotto in un luogo segreto (sarebbe poi stato liberato dai tedeschi). Nuovo capo del governo fu nominato il Maresciallo Pietro Badoglio, che avviò subito trattative segrete con gli USA per un armistizio che ponesse fine alla guerra fascista.

Attenzione, attenzione: Sua Maestà il Re e Imperatore ha accettato le dimmissioni, dalla carica di Capo del Governo, Primo Ministro, e Segretario di Stato, presentate da Sua Eccellenza, il Cavaliere Benito Mussolini, e ha nominato Capo del Governo, Primo Ministro e Segretario di Stato, Sua Eccellenza il Cavaliere, Maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio.

La strage di Farneta

La Certosa di Farneta è un monastero del XIV secolo, teatro di una strage nazista nel settebre 1944. Durante la guerra, in particolare dopo l’8 settembre 1943, i certosini di Farneta ospitarono persone ricercate dai tedeschi (partigiani ed ebrei soprattutto). Nell’estate del ’44, in piena occupazione nazista, i rifugiati erano diventati così tanti che nessuno poté nascondere nulla alle SS. La mattina del 2 settembre una pattuglia di SS entrò nel monastero con violenza e rapidamente arrestò tutti, monaci e civili, portandoli in un capannone fuori dal convento. Dodici certosini – 6 monaci, tra cui un vescovo, e 6 conversi (cioè laici con l’abito religioso) – furono uccisi nei giorni seguenti, mentre gli altri furono in parte tenuti in carcere e in parte trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli, in attesa del trasferimento in Germania. Furono uccisi anche 32 civili, che avevano trovato rifugio nel monastero.

Festa della donna

L’8 marzo in Italia, come in gran parte del mondo, si celebra la giornata internazionale della donna.
La celebrazione è nata per ricordare le conquiste delle donne e le violenze e le discriminazioni che ancora subiscono.
Nel 1944 nasce a Roma l’Unione delle Donne Italiane che spinge per la celebrazione dell’8 marzo come festa della donna ma è solo con l’8 marzo 1946 che la celebrazione diventa nazionale.

Mimosa

In quel giorno alcune donne politiche chiedono di regalare un fiore semplice, delicato, ma solare e profumato che nasce i primi giorni di marzo: la mimosa. E così questo fiore è diventato il simbolo dell’8 marzo italiano.

Risiera di San Sabba

La Risiera di San Sabba è un campo di concentramento e di sterminio italiano. Si trova a Trieste e fu allestito nella sede di uno stabilimento per la lavorazione del riso in seguito all’occupazione nazista dell’Italia (settembre 1943). All’inizio era solo un campo di prigionia, poi divenne un centro di smistamento dei prigionieri (soprattutto ebrei italiani, sloveni e croati) destinati ai campi di concentramento nel nord Europa. Nell’aprile 1944 fu poi attivato un forno crematorio.
Al momento della fuga, tra 29 e 30 aprile 1945, i nazisti fecero esplodere il forno crematorio, di cui si vede ancora oggi la sagoma.