Innamorati a Milano

Milano“Innamorati a Milano” è una canzone scritta da Alberto Testa e Memo Remigi e cantata da Ornella Vanoni nel 1966. Il brano descrive l’amore di due innamorati nella città che sembrerebbe la meno romantica: “senza fiori, senza verde, senza cielo, senza niente… tra la gente, tanta gente.”

Sapessi com’è strano
sentirsi innamorati
a Milano.
Senza fiori,
senza verde,
senza cielo,
senza niente,
fra la gente…
tanta gente.

Sapessi com’è strano
darsi appuntamenti
a Milano:
in un grande magazzino,
in piazza
o in Galleria…
che pazzia!

Eppure,
in questo posto impossibile,
tu mi hai detto:
“ti amo”,
io ti ho detto:
“ti amo”.

Sapessi com’è strano
darsi appuntamenti
a Milano:
in un grande magazzino,
in piazza
o in Galleria…
che pazzia!

Eppure,
in questo posto impossibile
tu mi hai detto:
“ti amo”,
io ti ho detto:
“ti amo”.
Ti amo.

Dio è morto

Poveri“Dio è morto” è una delle più famose canzoni di Francesco Guccini, in questa versione cantata da Ornella Vanoni. Alla sua uscita, nel 1967, la Rai scelse di non mandarla in onda, ritenendola blasfema. Al contrario, il testo fu letto e apprezzato da papa Paolo VI e la canzone fu trasmessa da Radio Vaticana. Nel brano si scopre che Dio è morto in alcuni comportamenti e in alcune scelte dell’uomo, ma c’è la speranza che il futuro cambi.

Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano,
nel mondo che hanno già,
lungo le notti che dal vino son bagnate,
dentro le stanze da pastiglie trasformate,
lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città,
essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà:
E’ un Dio che è morto,
ai bordi delle strade: Dio è morto,
nelle auto prese a rate: Dio è morto
nei miti dell’estate: Dio è morto.

Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria o dell’eroe,
perché è venuto il momento di negare tutto ciò,
che falsità le fedi fatte di abitudini e paure,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E’ un Dio che è morto!
Nei campi di sterminio: Dio è morto!
Coi miti della razza: Dio è morto!
Con gli odi di partito: Dio è morto!

Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni,
e poi risorge.
In ciò che noi crediamo: Dio è risorto!
In ciò che noi vogliamo: Dio è risorto!
Nel mondo che faremo: Dio è risorto!
Dio è risorto!

L’appuntamento

Aspettando“L’appuntamento” è un brano che identifica Ornella Vanoni più di ogni altro. La canzone è un successo del 1970 e il testo è scritto da Bruno Lauzi sulla musica di Roberto Carlos. Il brano racconta un appuntamento, le sue aspettative, l’attesa, e infine la grande delusione per il mancato incontro.

Ho sbagliato tante volte ormai che lo so già
che oggi quasi certamente
sto sbagliando su di te ma una volta in più
che cosa può cambiare nella vita mia…
accettare questo strano appuntamento
è stata una pazzia!
Sono triste tra la gente
che mi sta passando accanto
ma la nostalgia di rivedere te
è forte più del pianto:
questo sole accende sul mio volto
un segno di speranza.
Sto aspettando quando ad un tratto
ti vedrò spuntare in lontananza!
Amore, fai presto, io non resisto…
se tu non arrivi non esisto
non esisto, non esisto…
e cambiato il tempo e sta piovendo
ma resto ad aspettare
non m’importa cosa il mondo può pensare
io non me ne voglio andare.
io mi guardo dentro e mi domando
ma non sento niente;
sono solo un resto di speranza
perduta tra la gente.
Amore è già tardi e non resisto…
se tu non arrivi non esisto
non esisto, non esisto…
luci, macchine, vetrine, strade
tutto quanto si confonde nella mente
la mia ombra si è stancata di seguirmi
il giorno muore lentamente.
Non mi resta che tornare a casa mia
alla mia triste vita
questa vita che volevo dare a te
l’ hai sbriciolata tra le dita.
Amore perdono ma non resisto…
adesso per sempre non esisto
non esisto, non esisto…

Io che amo solo te

Amore“Io che amo solo te” è una dolce canzone di Sergio Endrigo, uscita per la prima volta nel 1962. Il brano è stato poi cantato da Mina, Fiorella Mannoia e Ornella Vanoni, di cui vi proponiamo la versione. La canzone è una dichiarazione d’amore e di fedeltà eterna all’amato per aver riempito una vita che altrimenti sarebbe stata vuota.

C’è gente che ha avuto mille cose,
tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove avventure.

C’è gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù.

Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove illusioni.

C’e’ gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù.

Io più te

‎”Io più te” è una vecchia canzone italiana qui rivisitata e cantata da Ornella Vanoni e Jovanotti. E’ stata anche cantata da Fiorello e Giorgia. Questa versione fa parte della colonna sonora del film “Voce del verbo Amore” con Giorgio Pasotti e Stefania Rocca.

Io più te
un cuore sarebbe ti amo se
tu mi regali un po’ di allegria
se giro per strada in tua compagnia.
Io più te
uguale sarebbe mettiamo che
volassimo un poco più in alto, noi.
Fai finta di togliere io e te
rimane il più…
Più di così non posso… più…
Un po’ di paura addosso
Più di così,
più di un sì,
più di te,
più ti me,
Più di noi.
Più che puoi, di più.
Più del caldo del sole non posso.
Più…
Più grande di te,
più grande di me,
più grande di noi.
L’amore più grande di un giorno nuovo,
più forte di te,
più forte di me,
più forte di noi.
L’amore più…
Dimmelo ancora…
Io più… Io più di te,
mi fai impazzire, mi fai morire.
Ma no no, perché?
Da questa sera ti porto via
Io vengo con te, io vengo perché
Più… Mi fai impazzire, mi fai morire…
Più…E mi sta bene morire se…
Morire si può una volta di più…
Più di te,
più di me,
più di noi,
più che puoi…
Di Più…di più..di più..di più..di più…
Mi fai impazzire, mi fai morire.
Da questa sera ti porto via
Di più… di più…