Io sono Francesco

Ragazzo“Io sono Francesco” è stata la prima canzone pubblicata da Francesco Tricarico, nel 2000. Il brano, autobiografico, racconta il trauma di un bambino che viene costretto dalla sua maestra a scrivere un tema sul padre scomparso. Trauma che Francesco riesce a superare solo grazie all’aiuto di un altro “padre”. Il testo ricorda una filastrocca per bambini.

Buongiorno! Buongiorno, io sono Francesco,
io ero un bambino che rideva sempre
ma un giorno la maestra dice: “oggi c’è il tema.
Oggi fate il tema il tema sul papà”.
Io penso: è uno scherzo! Sorrido e mi alzo,
le vado lì vicino e ero contento,
le dico: “non ricordo, mio padre è morto presto.
Avevo solo tre anni… non ricordo. Non ricordo”.
Lei sai cosa mi dice? Neanche mi guardava,
beveva il cappuccino, non so con chi parlava,
dice: “qualche cosa… qualche cosa ti avran detto,
ora vai al posto e lo fai come tutti gli altri!”
Puttana! Puttana! Puttana la maestra!
Io sono andato al posto, ricordo il foglio bianco,
bianco come il vuoto per vent’anni nel cervello.
E poi ho pianto, io non so per quanto ho pianto,
su quel foglio bianco io non so per quanto ho pianto!

Brilla, brilla la scintilla, brilla in fondo al mare.
Venite bambini! Venite bambine! Non lasciatela annegare!
Prendetele la mano e portatela via lontano,
e datele i baci e date le carezze e datele tutte le energie!

Cadono le stelle è buio e non ci vedo,
e la primavera è come l’inverno,
il tempo non esiste, neanche l’acqua del mare,
e l’aria… io non riesco a respirare!
E a dodici anni ero quasi morto
ero in ospedale, non mangiavo più niente
poi pulivo i bagni, i vetri e i pavimenti,
per sei-sette anni, seicento metri quadri.
E il mio capo, il mio capo mi ha salvato:
“lì ci sono i giochi, se vuoi puoi giocare.
Il padre è solo un uomo, e gli uomini sono tanti,
scegli il migliore seguilo e impara!”

Buongiorno, buongiorno io sono Francesco
questa mattina mi son svegliato presto,
in fondo in quel vuoto io ho inventato un mondo,
sorrido, prendo un foglio e scrivo: viva Francesco!

Brilla, brilla la scintilla, brilla in fondo al mare.
Venite bambini! Venite bambine! Non lasciatela annegare!
Prendetele la mano e portatela via lontano,
e datele i baci e date le carezze e datele tutte le energie!
Venite bambini! Venite bambine!
E ditele che il mondo può essere diverso,
tutto può cambiare la vita può cambiare
e può diventare come la vorrai inventare!
Ditele che il sole nasce anche d’inverno,
che la notte non esiste:
guarda la luna!
Ditele che la notte è una bugia,
che il sole c’è anche c’è anche la sera.

Tre colori

Tricarico con questa canzone ha partecipato al Festival di Sanremo di quest’anno. Il brano è dedicato alla bandiera italiana, al fatto che c’è voluto del sangue per l’unificazione ma che oggi rappresenta la pace della nazione. Qui è accompagnato da un coro di bambini.

Mezza luna cilentana
nebbia padana
soldatini non ne abbiamo più
tutti pronti sull’attenti
partono i fanti
colorati con le giacche blu
quelli nella nebbia hanno una bandiera verde
ricorda che la nostra tre colori ha
la battaglia è già iniziata
buona giornata
cannoncini con le bocche in su
partiremo noi da dietro
con l’aiuto di San Pietro
il destino poi ci guiderà
quelli sul confine hanno una bandiera rossa
ricorda che la nostra tre colori ha
quelli nella nebbia hanno una bandiera verde
ricorda che la nostra tre colori ha
soldatini di frontiera
mille mamme aspettano
cercate di non farvi fucilar
questa storia è stata scritta
e già studiata
pensavate di doverla ripassar?
quelli in cima al monte hanno una bandiera bianca
ricorda che la nostra tre colori ha
verde la speranza rosso il sangue di frontiera
neve biancaneve i cuori abbraccerà
tre colori come i fiori
non son per caso
ta tata tata tata tata.