La risposta

Simone Cristicchi“La risposta” è una canzone di Simone Cristicchi del 2006. Il brano è contenuto nell’album “Dall’altra parte del cancello”. La canzone ci spinge a credere che non sia tutto qui, che quello che succede ha un senso e questo senso lo diamo noi.

Vengo da un altro pianeta, da un’altra dimensione,
conosco il mondo e le sue bugie.
Che contano nascere, crescere e poi morire,
evoluzione di quale specie?
C’è un buco fatto a forma di Dio, che senso ha?

Forse non finisce tutto qui, forse è così….
C’è un senso, a tutto c’è un perché,
dentro me.

La risposta è dall’altro lato del cervello.
La risposta è dall’altra parte del cancello.

Cercando un alibi nel mistero,
mi fermo un attimo e guardo il cielo.
c’è un buco fatto a forma di Dio….

Forse non finisce tutto qui, forse è così….
C’è un senso, a tutto c’è un perché,
dentro me.

La risposta è dall’altro lato del cervello.
La risposta è dall’altra parte del cancello.

Angelo custode

Venere di Milo“Angelo custode” è una bella canzone di Simone Cristicchi del 2006. Il brano parla di un custode di un museo, Angelo, che però, con gioco di parole, è anche l’angelo custode delle opere che sono lì. E soprattutto di una: la statua di Venere.

Mi sveglio la mattina ed i turisti in fila
coi panini aspettano un biglietto per entrare,
dentro al museo dell’arte antica,
dove io lavoro e vivo, io sono Angelo il custode,
studentesse insonnolite che sbadigliano alle guide
professori centenari, si puliscono gli occhiali…

Cammino attento tra i capolavori del Rinascimento,
“Please, non si può fotografare!”,
ma dopo l’ora di chiusura finalmente un po’ di pace,
io rimango solo a passeggiare,
e parlo di filosofia con il busto di Platone,
gioco a nascondino e tra i sarcofagi faccio tana per il faraone.

Angelo custode del museo, tra le statue degli dèi,
che risuonano i passi nelle sale deserte,
nel silenzio dei corridoi,
Venere trovata in fondo al mare,
solamente io ti posso accarezzare!

Così ogni notte vengo a sussurrarti sulle labbra
l’emozione di un un custode innamorato,
perché ogni volta che ti guardo
pagherei un miliardo per sentirti viva e prenderti per mano,
e camminare insieme, fino a quando sorge il sole,
la Madonna di Leonardo che ci darà la sua benedizione.

Angelo custode del museo, io che amo solo lei,
meraviglia di marmo, sotto gli occhi del mondo,
sempre nuda e bellissima,
Venere nessuno ti vedrà,
se ti porto via lontano, in fondo al mare.

E tra gli applausi di tutto il museo,
ce ne andiamo io e lei
tra gli antichi sorrisi degli etruschi felici,
tra le statue dei corridoi,
Venere ti porto via con me,
così ci potremo amare
in fondo al mare.

Ti regalerò una rosa

Rosa rossaCon la canzone “Ti regalerò una rosa” Simone Cristicchi vince il festival di Sanremo del 2007 oltre al premio della critica. Il brano parla di un matto, Antonio, che scrive una lettera alla sua amata Margherita. In questa lettera racconta tutta la sofferenza e il dolore che si vivevano nei manicomi italiani fino ad annunciarle il proprio suicidio.

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare