Il tempo se ne va

Adriano Celentano“Il tempo se ne va” è una canzone di Adriano Celentano del 1980. Il brano è la riflessione di un padre che vede sua figlia di quattordici anni che improvvisamente non è più una bambina ma è pronta per diventare una donna e lui teme questo cambiamento.

Quel vestito da dove è sbucato?
Che impressione vederlo indossato!
Se ti vede tua madre lo sai
questa sera finiamo nei guai.
E’ strano ma sei proprio tu,
quattordici anni o un po’ di più…
La tua Barbie è da un po’ che non l’hai
e il tuo passo è da donna oramai.

Al telefono è sempre segreto,
quante cose in un filo di fiato
e vorrei domandarti chi è
ma lo so che hai vergogna di me.
La porta chiusa male e tu,
lo specchio, il trucco e il seno in su,
e tra poco la sera uscirai
quelle sere non dormirò mai…

E intanto il tempo se ne va
e non ti senti più bambina,
si cresce in fretta alla tua età
non me ne sono accorto prima.
E intanto il tempo se ne va
tra i sogni e le preoccupazioni,
le calze a rete han preso già
il posto dei calzettoni.

Farsi donne è più che normale,
ma una figlia è una cosa speciale,
il ragazzo magari ce l’hai
qualche volta hai già pianto per lui.
La gonna un po’ corta e poi,
malizia in certi gesti tuoi,
e tra poco la sera uscirai
quelle sere non dormirò mai.

E intanto il tempo se ne va
e non ti senti più bambina,
si cresce in fretta alla tua età
non me ne sono accorto prima.
E intanto il tempo se ne va
tra i sogni e le preoccupazioni,
le calze a rete han preso già
il posto dei calzettoni.

Per averti

Questa canzone è stato il singolo nel 2000 dell’album ” Esco di rado e parlo ancora meno”. Il testo è stato scritto come sempre in collaborazione con Mogol e Gianni Bella. Per Celentano, è stato il più grande successo radiofonico del nuovo millennio, vendendo più di 1.800.000 copie.

Girasoli a testa in giù
avviliti come me
come posso immaginare
tutta la vita senza te
per averti
farei di tutto
tranne perdere la stima di me stesso
e se è questo
che tu mi chiedi
io ti perdo ma stavolta resto in piedi
anche se qui dentro me qualcosa muore

sì, per averti – per averti
farei di tutto
ma rinuncio con dolore
si per averti – farei di tutto
ma non ti voglio, non ti voglio
senza amore.

Tu due cuori non li hai
e a me non basta la metà
se tu scegliere non sai
scelgo io che male fa…

Ma senza voglia
e senza futuro
vado incontro tutto solo a un cielo nero.

Io non mi vendo
ma sto morendo
morsicato da un serpente e senza siero
disperato ma però un uomo vero.

Sì, per averti farei di tutto
ma non voglio avere un animo più brutto
sì, per averti farei di tutto
tranne perdere la stima di me stesso

per averti
farei di tutto
tranne perdere la stima di me stesso
e se è questo
che tu mi chiedi
io ti perdo ma stavolta resto in piedi
anche se qui dentro me qualcosa muore

sì, per averti – per averti
farei di tutto
ma rinuncio con dolore
sì, per averti – farei di tutto
ma non ti voglio, non ti voglio
senza amore.

sì, per averti farei di tutto

L’emozione non ha voce

Nel 1999 questa canzone è stata per 101 settimane consecutive nella classifica dei singoli più venduti in Italia vendendo più di 2 milioni di copie. La musica è scritta da Gianni Bella e il testo da Mogol. E’ contenuta nell’album “Io non so parlar d’amore” insieme a “L’arcobaleno” e “Gelosia”.

Io non so parlar d’amore
l’emozione non ha voce
E mi manca un po’ il respiro
se ci sei c’è troppa luce
La mia anima si spande
come musica d’estate
poi la voglia sai mi prende
e mi accende con i baci tuoi

Io con te sarò sincero
resterò quel che sono
disonesto mai lo giuro
ma se tradisci non perdono

Ti sarò per sempre amico
pur geloso come sai
io lo so mi contraddico
ma preziosa sei tu per me

Tra le mie braccia dormirai
serena..mente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

Un’altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando so che lo vorrai

Due caratteri diversi
prendon fuoco facilmente
ma divisi siamo persi
ci sentiamo quasi niente
Siamo due legati dentro
da un amore che ci dà
la profonda convinzione
che nessuno ci dividerà
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi

Un’altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando lo vorrai

poi vivremo come sai
solo di sincerità
di amore e di fiducia
poi sarà quel che sarà

Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
pienamente noi

L’arcobaleno

Questa canzone del 1999 ha contribuito notevolmente al successo di Celentano negli ultimi anni. Il brano, struggente e malinconico, è stato scritto da Mogol e dedicato a Lucio Battisti, scomparso prematuramente nel ’98. E’ inclusa nell’album “Io non so parlar d’amore” ed è narrata in prima persona. Il titolo “L’arcobaleno” simboleggia il ponte tra noi e l’aldilà.

Io son partito poi così d’improvviso
che non ho avuto il tempo di salutare,
istante breve ma ancora più breve
se c’è una luce che trafigge il tuo cuore.

L’arcobaleno è il mio messaggio d’amore,
può darsi un giorno ti riesca a toccare,
con i colori si può cancellare
il più avvilente e desolante squallore.

Son diventato, sai, il tramonto di sera
e parlo come le foglie d’aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso.

Io quante cose non avevo capito,
che sono chiare come stelle cadenti
e devo dirti che è un piacere infinito
portare queste mie valigie pesanti.

Mi manchi tanto, amico caro, davvero
e tante cose son rimaste da dire,
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire.

Son diventato se il tramonto di sera
e parlo come le foglie d’aprile
e vivrò dentro ad ogni voce sincera
e con gli uccelli vivo il canto sottile
e il mio discorso più bello e più denso
esprime con il silenzio il suo senso.

Mi manchi tanto, amico caro, davvero
e tante cose son rimaste da dire,
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire,
ascolta sempre e solo musica vera
e cerca sempre se puoi di capire.

Una carezza in un pugno

PugnoQuesta canzone del 1968 ed è stata subito da un successo discografico. La melodia è ben costruita e l’arrangiamento ricorda molto i brani americani anni ’60. La storia è molto semplice: l’uomo burbero, geloso della propria donna. Nei cori della canzone è riconoscibile la voce di Claudia Mori, compagna nel canto e nella vita di Adriano Celentano.

A mezzanotte sai
che io ti penserò
ovunque tu sarai, sei mia
e stringerò il cuscino fra le braccia
mentre cercherò il tuo viso
che splendido nell’ombra apparirà
mi sembrerà di cogliere
una stella in mezzo al ciel,
così tu non sarai lontano
quando brillerai nella mia mano.
Ma non vorrei che tu
a mezzanotte e tre,
stai già pensando a un altro uomo.
Mi sento già sperduto
e la mia mano
dove prima tu brillavi,
è diventata un pugno chiuso, sai.
Cattivo come adesso
non lo sono stato mai,
e quando mezzanotte viene,
se davvero mi vuoi bene,
pensami mezz’ora almeno,
e dal pugno chiuso
una carezza nascerà.
E stringerò il cuscino fra le braccia
mentre cercherò il tuo viso
che splendido nell’ombra apparirà.
Ma non vorrei che tu
a mezzanotte e tre,
stai già pensando a un altro uomo.
Mi sento già sperduto
e la mia mano
dove prima tu brillavi,
è diventata un pugno chiuso, sai.
Cattivo come adesso
non lo sono stato mai,
e quando mezzanotte viene,
se davvero mi vuoi bene,
pensami mezz’ora almeno,
e dal pugno chiuso
una carezza nascerà