Io ho deliberato di lasciare un monumento di quello che oggi è la plebe di Roma. In lei sta certo un tipo di originalità: e la sua lingua, i suoi concetti, l’indole, il costume, gli usi, le pratiche, i lumi, la credenza, i pregiudizi, le superstizioni, tutto ciò insomma che la riguarda, ritiene un’impronta che assai per avventura si distingue da qualunque altro carattere di popolo. Né Roma è tale, che la plebe di lei non faccia parte di un gran tutto, di una città cioè di sempre solenne ricordanza.
Tag: Giuseppe Gioachino Belli
Er caffettiere filosofo
L’ommini de sto monno sò l’istesso
Che vaghi de caffè ner macinino:
C’uno prima, uno doppo, e un’antro appresso,
Tutti quanti però vanno a un distino.
Spesso muteno sito, e caccia spesso
Er vago grosso er vago piccinino,
E ss’incarzeno tutti in zu l’ingresso
Der ferro che li sfraggne in porverino.
E l’ommini accusì viveno ar monno
Misticati pe mano de la sorte
Che sse li gira tutti in tonno in tonno;
E movennose oggnuno, o ppiano, o fforte,
Senza capillo mai caleno a fonno
Pe cascà ne la gola de la morte.