Tancredi e Ghismunda

Tancredi, principe di Salerno, ha una figlia di nome Ghismunda. Tancredi ama tanto Ghismunda e non vuole che lei si sposi ma alla fine deve accettare il suo matrimonio. Poco dopo, però, il marito di Ghismunda muore e così la figlia rimane vedova e torna da lui.
Ghismunda, dato che è una donna giovane, ha voglia di amare. Pensa che sia più giusto amare di nascosto, cioè avere un amante, perché il padre non vuol che lei lo abbandoni. Si innamora, tra tanti giovani, del valletto [1] Guiscardo, e lui di lei. I due si incontrano di nascosto e lei non fa sapere a nessuno la storia con lui, ma un giorno questa viene scoperta dal padre e subito Guiscardo viene imprigionato. Tra la figlia e il padre c’è una lunga discussione: Ghismunda pensa che non sia importante se l’uomo da amare sia nobile di nascita o no, ma è importante che sia nobile d’animo; Tancredi non la pensa allo stesso modo ma crede che sia nobile chi nasca nobile.
Ghismunda promette che si suiciderà se il padre uccide Guiscardo, ma lui non le crede, lo uccide e le porta il cuore di Guiscardo. Ghismunda bacia il cuore e beve il veleno.
Alla fine Tancredi si pente di non avere ascoltato la figlia. Mette Ghismunda e Guiscardo insieme nella tomba e rende pubblico il loro amore, come avrebbe voluto Ghismunda.

adattato da Tancredi e Ghismunda, in Decameron, di Giovanni Boccaccio

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