Canzone per un’amica

Canzone per un’amica è un pezzo scritto da Francesco Guccini e cantato dai Nomadi nel 1968. Racconta la tragedia di chi perde qualcuno in un incidente della strada, con parole semplici ma profonde: ci chiediamo a che cosa serva fare tutto quello che facciamo se poi si perde la vita così facilmente. Ma c’è un disegno più grande  il ricordo di chi muore rimane vivo in noi.

Lunga e diritta correva la strada,
l’auto veloce correva.
La dolce estate era già cominciata,
vicino a lui sorrideva,
vicino a lui sorrideva.

Forte la mano teneva il volante,
forte il motore cantava,
non lo sapevi che c’era la morte,
quel giorno che ti aspettava,
quel giorno che ti aspettava.

Non lo sapevi, ma cosa hai provato
quando la strada è impazzita,
quando la macchina è uscita di lato
e sopra un’altra è finita,
e sopra un’altra è finita.

Non lo sapevi ma cosa hai sentito
quando lo schianto ti ha uccisa,
quando anche il cielo di sopra è crollato,
quando la vita è fuggita,
quando la vita è fuggita.

Vorrei sapere a che cosa è servito
vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati,
se presto hai dovuto partire,
se presto hai dovuto partire.

Voglio però ricordarti com’eri,
pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti,
che come allora sorridi,
che come allora sorridi.

Voglio però ricordarti com’eri,
pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti,
che come allora sorridi,
che come allora sorridi.

Un pugno di sabbia

Questa canzone è stata pubblicata per la prima volta nel ’70 dai Nomadi, gruppo ancora oggi in attività. Nel corso degli anni è stata più volte riarrangiata ed interpretata anche da altri cantanti. Il brano, scritto da Roberto Soffici e Carlo Deiano, vinse il “Disco per l’estate” del 1970.

Che sapore c’è
ritornar da te,
ho nel cuore
l’amore insieme a te
ma con gli occhi rivedo
ancora lui con te.

Che sapore c’è
perdonare te,
non c’è stata primavera
insieme a te
dal momento che il sole
non era più con me.

Ti baciava le labbra
ed io di rabbia morivo già,
ti baciava le labbra
e un pugno di sabbia
negli occhi miei
oggi c’è.
Che dolor mi lasciò lei,
che dolor.

Che sapore c’è
perdonare te,
di avermi insegnato
che cos’è il dolor
che non posso guarir
se ricordo che…

Ti baciava le labbra
ed io di rabbia morivo già,
ti baciava le labbra
e un pugno di sabbia
negli occhi miei
oggi c’è.
Non vedo te,
sei tu…
io non lo so…

Ti baciava le labbra
ed io di rabbia morivo già,
ti baciava le labbra
e un pugno di sabbia
negli occhi miei…
Ti baciava le labbra
ed io di rabbia morivo già,
ti baciava le labbra
e un pugno di sabbia
negli occhi miei…