Costruire

Costruire“Costruire” è una bellissima canzone di Niccolò Fabi del 2005. Il brano, contenuto nell’album “Novo Mesto”, ci racconta le difficoltà, ma anche il valore, del costruire giorno per giorno ciò che è destinato a durare. Senza farci abbagliare e senza inchiodarci alle delusioni. E comprendere che costruire è potere rinunciare alla perfezione.

Chiudi gli occhi,
ed immagina una gioia:
molto probabilmente
penseresti a una partenza.

Si vivesse solo di inizi!
Di eccitazioni da prima volta,
quando tutto ti sorprende
e nulla ti appartiene ancora.

Penseresti all’odore di un libro nuovo,
a quello di vernice fresca,
a un regalo da scartare,
al giorno prima della festa,
al 21 marzo, al primo abbraccio,
a una matita intera, alla primavera,
alla paura del debutto,
al tremore dell’esordio.

Ma tra la partenza e il traguardo
nel mezzo c’è tutto il resto,
e tutto il resto è giorno dopo giorno,
e giorno dopo giorno
è silenziosamente costruire,
e costruire è sapere
e potere rinunciare alla perfezione.

Ma il finale è di certo più teatrale,
così di ogni storia ricordi solo
la sua conclusione,
così come l’ultimo bicchiere, l’ultima visione,
un tramonto solitario, l’inchino e poi il sipario.
Ma tra l’attesa e il suo compimento,
tra il primo tema e il testamento

Nel mezzo c’è tutto il resto,
e tutto il resto è giorno dopo giorno,
e giorno dopo giorno
è silenziosamente costruire,
e costruire è sapere
e potere rinunciare alla perfezione.

Io ti stringo le mani,
rimani qui,
cadrà la neve
a breve.

Il negozio di antiquariato

Mercatino“Il negozio di antiquariato” è una canzone di Niccolò Fabi del 2003. Il brano appartiene all’album “La cura del tempo” ed è un invito a cercare le cose migliori, a scegliere, senza fretta e nei posti giusti. Perché l’argento si beve, ma l’oro si aspetta.

Non si può cercare un negozio di antiquariato
in via del Corso,
ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso.

Raro è trovare una cosa speciale
nelle vetrine di una strada centrale,
per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto.
Il tesoro è alla fine dell’arcobaleno
e trovarlo vicino, nel proprio letto
piace molto di meno.

Non si può cercare un negozio di antiquariato
in via del Corso,
ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso.

Come cercare l’ombra in un deserto
o stupirsi che è difficile incontrarsi in mare aperto,
prima di partire si dovrebbe essere sicuri
di che cosa si vorrà cercare, dei bisogni veri.
Allora io propongo, per non fare confusione,
a chi ha meno di cinquant’anni
di spegnere adesso la televisione.

Non si può entrare in un negozio
e poi lamentarsi che tutto abbia un prezzo,
se la vita è un’asta sempre aperta
anche i pensieri saranno in offerta.

Ma le più lunghe passeggiate,
le più bianche nevicate, le parole che ti scrivo
non so dove l’ho comprate,
di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta,
perché l’argento sai si beve
ma l’oro si aspetta.

Lasciarsi un giorno a Roma

Lasciarsi“Lasciarsi un giorno a Roma” è una romantica canzone di Niccolò Fabi, uscita per la prima volta nel 1998. In questo brano il cantante si interroga sulla sua storia d’amore finita, si rivolge alla sua donna e le chiede di lasciarsi così, un giorno a Roma, e dimenticarsi.

Non ho visto nessuno
andare incontro a un calcio in faccia
con la tua calma indifferenza:
sembra quasi che ti piaccia.

Camminare nella pioggia
ti fa sentire più importante
perché stare male è più nobile per te.

Ricordati che c’è
differenza tra l’amore e il pianto.
Fatti un regalo almeno ogni tanto e poi se puoi
fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me,
cerca un modo per difenderti,
una ragione per pensare a te.

La vita può cambiare in un momento
mi fa paura e anche se
il pavimento del paradiso sei per me…
fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me,
c’è soltanto un modo per riprendersi:
lasciarsi un giorno e poi dimenticarsi.

Qual è il grado di dolore
che riesci a sopportare
prima di fermare l’esecuzione
e chiedere soccorso a me
che non ti do
un motivo ancora per restare
nella storia di una storia che non c’è.

Fai finta che è normale
non riuscire a stare più con me
cerca un modo per difenderti,
una ragione per pensare a te…

Lasciarsi un giorno,
lasciarsi un giorno a Roma,
un giorno lasciarsi
e poi dimenticarsi.

Offeso

Donna sola“La cura del tempo” è l’album del 2003 di Niccolò Fabi. In questa raccolta di canzoni c’è una visione più introspettiva e malinconica rispetto a quelle precedenti.
“Offeso” è una canzone cantata in duetto con Fiorella Mannoia ed è un elenco di cose che feriscono e che fanno stare male. Di fronte a tutte queste, viene cantato, diventa giusto dire di sentirsi offesi e non c’è mai un momento migliore per farlo.

Dillo pure che sei offeso
da chi distrugge un entusiasmo
da chi prende a calci un cane
da chi è sazio e ormai si è arreso
da tutta la stupidità
chi si offende tradisce il patto
con l’inutile omertà
rimane senza la protezione
del silenzio, dell’assenso
del “tanto dobbiamo sopravviverci
qui dentro”.

Quando vivere diventa un peso,
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso,
quando dire amore diventa sottointeso,
quando la mattina davanti al sole,
non sei più sorpreso…

E allora dillo pure che sei offeso
dalle donne che non ridono,
dagli uomini che non piangono,
dai bambini che non giocano,
dai vecchi che non insegnano.
Ma se hai qualcosa da dire tu dillo adesso!
Non aspettare che ci sia un momento
più conveniente per parlare!

Quando vivere diventa un peso,
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso,
quando dire amore diventa sottinteso,
quando davanti al sole la mattina
non sei più sorpreso…
tu dillo pure che sei offeso…
quando dire amore diventa sottinteso…

Dica

Niccolò Fabi è un cantautore romano. Ha collaborato con diversi artisti e le sue canzoni si distinguono soprattutto per la profondità dei testi. Recentemente ha organizzato un concerto per ricordare la figlia scomparsa a luglio 2010, a questo concerto hanno partecipato molti cantanti e i soldi sono stati devoluti in beneficienza.
“Dica” è una canzone del 1996 e si riferisce, appunto, ad un’espressione molto usata.

Mani nelle tasche e un chiodo nella mente,
esco fuori per vedere un po’ di gente,
mi manca l’equilibrio e mi appoggio a una vettura,
esce il proprietario con la faccia tesa e scura e mi dice: “Dica…”
E non si dice mai “dica” senza un perché, non sarà mica…
avrà capito che mi sono perso per te?
Cerco di spiegargli che la vita a volte è dura,
che ci sono dei momenti dove tutto fa paura,
ti senti vuoto e solo nel grigiore esistenziale,
hai bisogno di un sostegno economico e morale, ma dire “Dica…”
E’ un po’ una cortesia detta senza umiltà,
non sarà mica il solito problema della formalità.
“Dica…” E non si dice mai dica senza un perché,
“Dica…” ma chi ti dice “Dica” non si fida di te…
Ritorno dal mio giro e ti trovo sotto casa mi domandi come sto
ti dico come vuoi che vada, non puoi darmi più il tuo amore
ma pretendi di restare una mia amica per sempre…
“Dica…” E non si dice mai “dica” senza un perché
ma mica avrai pensato che sia un altro pezzo per te?