Il mare d’inverno

Loredana Bertè è una cantante italiana che ha avuto moltissimo successo negli anni ’80. Oltre alle sue canzoni si ricodano anche i suoi eccessi e le sue stravaganze. Questa canzone è stata scritta ed interpretata da Enrico Ruggeri e solo successivamente portata al successo dalla Bertè.

Il mare d’inverno
è solo un film in bianco e nero visto alla tv
e verso l’interno
qualche nuvola dal cielo
che si butta giù
sabbia bagnata
una lettera che il vento sta portando via
punti invisibili rincorsi dai cani
stanche parabole di vecchi gabbiani
e io che rimango qui sola a cercare un caffè
il mare d’inverno
è un concetto che il pensiero non considera
è poco moderno
è qualcosa che nessuno mai desidera
alberghi chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità
macchine tracciano solchi su strade
dove la pioggia d’estate non cade
e io che non riesco
nemmeno a parlare con me
Mare mare,
qui non viene mai nessuno a trascinarmi via
mare mare,
qui non viene mai nessuno a farci compagnia
Mare mare, non ti posso guardare così
perché questo vento agita anche me.
Questo vento agita anche me…

Passerà il freddo
e la spiaggia lentamente si colorerà
la radio e i giornali
e una musica banale si diffonderà
nuove avventure, discoteche illuminate piene di bugie
ma verso sera uno strano concerto
e un ombrellone che rimane aperto…
mi tuffo perplessa in momenti vissuti di già
Mare mare,
qui non viene mai nessuno a trascinarmi via
mare mare,
qui non viene mai nessuno a farci compagnia
Mare mare, non ti posso guardare così
perché questo vento agita anche me.
Questo vento agita anche me…

E la luna bussò

LunaLoredana Bertè, sorella di Mia Martini, è una voce molto importante nella storia della musica italiana. La sua bella voce, il suo fisico, la voglia di trasgredire e di sperimentare le portano molto successo ma anche a scontrarsi con molti ostacoli.
Il successo arriva soprattutto grazie alla canzone “Sei bellissima”, nel 1975.
“E la luna bussò”, del 1979, è tra i primi brani che introducono il raggae in Italia e il suono si ispira a Bob Marley che in quel momento era sconosciuto nel BelPaese.

E la luna bussò alle porte del buio:
“fammi entrare”, lui rispose di no.
E la luna bussò dov’era il silenzio
ma una voce sguaiata
disse “non è più tempo!”,
quindi spalanco le finestre del vento
e se ne andò
a cercare un po’ più in là
qualche cosa da fare,
dopo avere pianto un po’
per un altro no, per un altro no,
che le disse il mare, che le disse il mare.

E luna bussò su due occhiali da sole,
quello sguardo non si accorse di lei,
ed allora provò ad un party in piscina
senza invito non entra nemmeno la luna
quindi rotolo su champagne e caviale
e se ne andò
a cercare un po’ più in là
qualche cosa da fare,
dopo avere pianto un po’
per un altro no, per un altro no,
di un cameriere.

E Allora giù quasi per caso
più vicino ai marciapiedi
dove è vero quel che vedi,
e allora giù senza bussare
tra le ciglia di un bambino
per potersi addormentare,
e allora giù fra stracci e amore
dove è un lusso la fortuna
c’è bisogno della luna!
e allora giù, giù, giù.