Leonardo da Vinci è stato un grande genio del Rinascimento. “La Vergine delle rocce” è stato il suo primo dipinto a Milano, commissionato dai confratelli dell’Immacolata Concezione. Dell’opera esistono due versioni: nella prima, più scura, l’angelo guarda lo spettatore e indica San Giovanni, in questa versione gli sguardi sono più dolci e i colori più tenui. Racconta l’incontro tra Gesù bambino e San Giovanni Battista.
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L’avaro
Ogni tanto il rospo allungava il muso e addentava un po’ di terra.
– Perché sei sempre così magro? – gli chiese un giorno una coccinella.
– Perché ho sempre fame – rispose il rospo.
– Ma se ti nutri soltanto di terra! – esclamò il gentile insetto. – Perché non ne mangi a sazietà? –
– Perché un giorno – disse con tono lugubre l’avaro – anche la terra potrebbe finire.
(Leonardo da Vinci, Favole e leggende, Firenze, Giunti-Nardini, 1980, p. 74)
Il ragno e il calabrone
Un ragno, capitato in un luogo frequentato dalle mosche, si mise immediatamente all’opera per tendere le sue reti. Scelti due rami come punti d’appoggio, incominciò subito a fare la spola tra l’uno e l’altro, e intrecciando i suoi fili d’argento costruì una fitta ragnatela. Terminato il lavoro andò a nascondersi dietro una foglia.
L’attesa fu breve. Una mosca curiosa rimase subito impigliata nella rete. Il ragno accorse e la mangiò.
Ma un calabrone, che dalla corolla di un fiore aveva visto tutto, spiccò il volo contro il ragno e lo trafisse con il suo pungiglione.
(Leonardo da Vinci, Favole e leggende, Firenze, Giunti-Nardini, 1980, p. 110)
Il ragno e il grappolo d’uva
Il ragno aveva trovato un grappolo d’uva, il quale, per la sua dolcezza, era molto visitato da api e diverse qualità di mosche. QUesto luogo gli parve molto comodo per la sua trappola. Così si calà giù per il suo filo sottile, e entrato nella nuova abitazione, ogni giorno dagli spazi che c’erano nel grappolo, assaltava come un ladrone i poveri animali che non se lo aspettavano. Ma dopo diversi giorni, il vendemmiatore prese l’uva e la mise con le altre e il ragno viene schiacciato insieme a quelle.
Così l’uva fu la trappola del ragno intrappolatore, e delle mosche intrappolate.
adattato da una favola di Leonardo da Vinci.
Il topo e la donnola
Un topo è assediato in una sua piccola abitazione da una donnola, la quale, con una vigilanza continua, attende la sua sconfitta. Intanto egli guarda il pericolo da uno spiraglio.
Allo stesso tempo, però, arriva una gatta che subito prende la donnola e immediatamente la divora.
Allora il ratto, dopo aver offerto tutte le sue nocciole in sacrificio a Giove, ringrazia infinitamente la divinità.
Uscito fuori dalla sua tana, pensa di riprendere la libertà perduta, che però subito, insieme alla vita, gli viene strappata via dalle feroci unghie e dai denti della gatta.
di Leonardo da Vinci