Mary

MaryMary è una canzone dei Gemelli diversi uscita nel 2003. Il brano affronta il tema della violenza domestica e degli abusi sessuali. Quelle descritte sono le violenze di un padre verso sua figlia, Mary, che di fronte all’indifferenza della madre, scappa di casa e cerca di costruirsi una nuova vita. E quando tornerà sarà già una donna nuova.

Mary è andata via, l’hanno vista piangere,
correva nel buio di una ferrovia.
Notti di sirene in quella periferia.
Si dice che di tutti noi ha un po’ nostalgia
ma lei se ne è andata. Mary.
Si sente sola Mary,0
ora ha paura Mary,
l’ho vista piangere poi chiedere
una risposta al cielo, Mary.
Ora il suo sguardo non mente ha gli occhi
di chi nasconde alla gente
gli abusi osceni del padre
ma non vuol parlarne. Mary
e cela i suoi dolori
in ogni foglio del diario
che ora ha tra le mani
e guardando vecchie foto
chiede aiuto ad una preghiera.
Sui polsi i segni di quegli anni
chiusa in una galera.
La madre che sa tutto e resta zitta,
ora il suo volto porta i segni
di una nuova sconfitta
e l’ho vista girar per la città senza una mèta,
dentro lo zaino i ricordi
che le han sporcato la vita,
tradita da chi l’ha messa al mondo
e in secondo il suo corpo
i segni di un padre che per Mary adesso è morto.
E’ stanca Mary, non ha più lacrime
ed ora chiede al destino un sorriso
chiuso in un sogno la sera ma….
Dicono che Mary se n’è andata via,
l’hanno vista piangere,
correva nel buio di una ferrovia,
sanno che scappava.
Notti di sirene in quella periferia,
non bastava correre,
si dice che di noi tutti ha un po’ nostalgia
ma lei se n’è andata, Mary!
Che cammina sui sentieri più scuri,
stai cercando sorrisi sinceri
oltre i muri di questa città.
No Mary, camminendo sui sentieri più scuri,
sul diario segreto scrivevi:
QUella bestia non è il mio papà!
ora ripenso a quando mi parlavi in lacrime
dicevi: “questa vita non la cambio
ma ci sto provando, sto pregando
ma sembra inutile” e abbracciandomi dicesti: “tornerò…”.
Hey guarda c’è Mary! E’ tornata in stazione!
Sai stringe la mano a due persone,
il suo bel viso ha cambiato espressione,
senza più gocce di dolore,
ora la bacia il sole,
bacia il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore,
con quel suo sorriso che dà senso a tutto il resto,
protetto da un mondo sporco
che ha scoperto troppo presto,
ha un’anima ferita,
un’innocenza rubata,
sa che è la vita, non una fiaba,
ma ora Mary è tornata.
Una fata, cammina lenta,
ma sembra che sia contenta.
Attenta, una sfida eterna l’aspetta,
ma non la spaventa.
E d’altronde suo padre ha smesso di vivere,
Mary fissa la sua lapide: versare lacrime è impossibile.
Si chiedono ma è Mary quella in fondo alla via.
E’ riuscita a crescere!
Tornata con il giorno in quella ferrovia,
fresca di rugiada,
parla di sè, Mary, senza nostalgia,
stanca ormai di piangere.
Lei sa quanto dura questa vita sia,
ma lei l’ha cambiata!
Mary, camminando su sentieri più scuri
hai trovato sorrisi sinceri,
oltre i muri di questa città.
Mary camminavi per sentieri più scuri
e sul diario segreto scrivevi
Quella besta non è mio papà!

Un attimo ancora

Soli“Un attimo ancora” è una cover di “Dammi solo un minuto” dei Pooh del 1977. I Gemelli diversi hanno campionato il ritornello e lo hanno inserito nella loro canzone rap. Ci sono state anche altre versioni di successo di questo brano: ricordiamo il singolo spagnolo “Dame sólo un minuto qué ha sido de ti” e quello in versione inglese dal titolo “Give me only this moment”.

Dammi solo un minuto, un soffio di fiato
un attimo ancora.

Fa male dirselo ora che venti avversi soffiano,
sulla nostra fiaccola si spengono sogni in un cassetto
di un castello per noi diventato bettola,
come una favola non si modifica.
Versa l’ultima lacrima
prima che il vento porti via con sé
l’ultima briciola del nostro amore,
dove non c’è più sole e l’aria è gelida,
resta solo alla mia tavola,
pensandoti sento già i brividi.
Adesso abbracciami,
basta nascondersi dietro parole a volte inutili.
Si è spento il fuoco che scaldava i nostri cuori
e credici ho il tuo profumo sulla mia pelle,
non vedo più nel cielo le due stelle che brillavano,
non vedo più i tuoi occhi che risplendono
quando con i miei s’incrociano.
Segnano l’epilogo,
ricordi che dentro le tue lacrime
nascondono l’ultimo fremito.

Dammi solo un minuto, un soffio di fiato,
un attimo ancora.
Stare insieme è finito, abbiamo capito,
ma dirselo è dura.

Voglio spiegarmi,
adesso dammi solo un minuto per levarmi
questo sapore amaro dal palato,
sapore di passato di un amore sciupato,
di qualche cosa di perfetto che poi è cambiato.
Non so di chi dei due possa esser la colpa,
non m’importa.
Adesso ascolta, ciò che conta è non bagnare con le lacrime
una fiamma morta che si è già spenta.
Potremo piangere domani senza che l’altro ci senta,
e attenta questo non vuol dire che sia solo tu a soffrire,
ma penso che star male adesso non possa servire
per poterci riunire,
non è che voglia fuggire, ma preferisco non mentire.
E’ tardi per capire,
perché ad un tratto è arrivato il maledetto freddo
che col suo ghiaccio ha coperto ciò che abbiamo fatto e detto
e nel suo viaggio si è portato il nostro caldo.
Con te vivevo un sogno ma ora sono sveglio.

Come mai i tuoi occhi ora stanno piangendo?

Versa l’ultima lacrima,
prima che il vento porti via con sé l’ultima briciola.

Dimmi che era un sogno e ci stiamo svegliando.
Con te vivevo un sogno ma ora sono sveglio.

Dammi solo un minuto, un soffio di fiato,
un attimo ancora.
Stare insieme è finito, abbiamo capito,
ma dirselo è dura.
Dammi solo un minuto, un soffio di fiato,
un attimo ancora.