Un qualunque posto fuori o dentro di te

Amore“Un qualunque posto fuori o dentro di te” è una bella canzone di Gatto Panceri del 1992. Il brano, uno dei più conosciuti dell’artista, è una meravigliosa dichiarazione d’amore che l’amato fa alla sua amata. Un lungo messaggio fatto di immagini concrete e sensuali, per chiederle solo un posto fuori o dentro di lei.

Tienimi con te in una foto, dove vuoi,
nelle tasche dei tuoi jeans,
nell’aria dei respiri tuoi,
in fondo agli occhi, la notte,
di giorno sempre un po’ in mente.
Io vorrei essere per te
una presenza vigile.

Con te verrei dovunque vai,
sotto la doccia se mi vuoi,
come un anello al dito che
ormai fa parte un po’ di te,
sotto le unghie dipinte,
dietro le rughe della fronte.

Io vorrei essere con te
steso in un prato, su di te,
non sono mica matto,
è questo il fatto!
Il fatto è che mi devi dare un posto,
un qualunque posto,
un qualunque posto fuori o dentro di te.

Se vuoi sarò lì
quando ti senti un po’ cosi
e quando ti addormenterai
chiudendo gli occhi mi vedrai,
piano piano poi
sotto la pelle ti sarei,
c’è tanto posto dentro te
e basta un angolo per me!

Che vorrei esserti ogni giorno
nella piega che hai nel collo,
tra i capelli come un nodo
o piantato come un chiodo
alle pareti del cuore,
con un martello indolore.

E sentirai dentro di te
quanto appetito avrai di me.
Non sono mica matto!
E’ questo il fatto.
Il fatto è che mi devi dare un posto
un qualunque posto.

Se vuoi starò li,
in una tasca dei tuoi jeans,
e quando l’ora guarderai
tra le lancette mi vedrai.
Poi quando sarò
nel posto tuo più intimo
farò più dolce che si può
e un po’ per sempre resterò…
sulle tue labbra socchiuse,
nelle tue idee un po’ confuse.

Io vorrei essere per te
quasi invisibile perché
un poco mi nascondo
in questo mondo,

ma in fondo sto chiedendo solo un posto
e lo voglio adesso!
Sì, un qualunque posto
fuori o dentro di te.

Mia

Amanti tristi“Mia” è una canzone scritta e cantata da Gatto Panceri, uscita per la prima volta nel 1997. Il brano parla di un amore forte che lega un uomo e una donna e che viene descritto nei suoi momenti più particolari, fino alla rottura e alla sua illusione che non sia per sempre.

Quanto ti ho sentita mia
quando siam rimasti cinque giorni a letto,
chiusi dentro casa mia.
Quanto ti ho sentita mia
quando ti ho spogliata e t’ho messo il pigiama…
Quanto ti ho sentita mia
dentro a quel vagone
mentre il treno che fischiava ci portava via.
E quanto ti ho sentita mia
lungo strade assolate di periferia,
con le gomme bucate e le bici parcheggiate
dietro un grosso cespuglio d estate…

Quanto ti ho sentita mia
quando mi chiedevi prima di un esame
di provarti a interrogare.
Quanto ti ho sentita mia
quando ti ho insegnato sopra il ghiaccio a pattinare.
E quanto ti ho sentita mia
in quel vecchio ferroso letto di corsia,
mi stringevi la mano, eri sotto anestesia,
io pregavo e per te stavo male!

Tu sei mia… quando vuoi
ma sei mia, mia!
Tu vai via… tornerai!
Perché sei mia
quanto tu non lo sai

tu sei mia mia mia, mia mia mia, mia mia mia o no
tu mi ami ami ami, ami ami ami, ami ami ami o no
tu sei mia mia mia, mia mia mia, mia mia mia o no
tu mi ami ami ami, ami ami ami, ami ami ami o no

E quanto ti ho sentita mia
anche quando mi hai detto “io devo andare via”,
e hai gridato “è finita!” ma era una bugia…
prima o poi tu dovrai ritornare!

Tu sei mia… quando vuoi
ma sei mia, mia!
Tu vai via… tornerai!
Perché sei mia
quanto tu non lo sai
Mia! Dove vai che sei mia?
Quanto tu non lo sai!
Quanto tu non lo sai…
Tanto tu non lo sai.