Generale

de gregoriQuesta canzone del 1978, una delle ballate più famose di Francesco De Gregori, si riferisce al periodo in cui il cantautore ha svolto il servizio militare in Alto Adige, negli anni del terrorismo degli indipendentisti della minoranza tedesca (questo è il senso dell’espressione “notte crucca e assassina”). La canzone è considerata oggi uno dei pilastri del pacifismo di quegli anni.

Generale, dietro la collina
ci sta la notte crucca e assassina,
e in mezzo al prato c’è una contadina,
curva sul tramonto sembra una bambina,
di cinquant’anni e di cinque figli,
venuti al mondo come conigli,
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.

Generale, dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole,
non fa più fermate neanche per pisciare,
si va dritti a casa senza più pensare,
che la guerra è bella anche se fa male,
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l’amore, l’amore dalle infermiere.

Generale, la guerra è finita,
il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c’è più nessuno,
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare, buoni da seccare,
da farci il sugo quando è Natale,
quando i bambini piangono
e a dormire non ci vogliono andare.

Generale, queste cinque stelle,
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore di questo treno,
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno,
tra due minuti è quasi giorno,
è quasi casa, è quasi amore.

Rimmel

Rimmel - Francesco De Gregori“Rimmel” è una bella canzone di Francesco De Gregori del 1975. Il brano è tratto dall’omonimo album e il riferimento è al trucco, cioè a qualcosa di non naturale che nasconde la verità. La canzone racconta di un amore finito, di cui forse qualcosa rimane nei ricordi, nelle recriminazioni. E restare amici è falso, come 4 assi dello stesso colore, come il rimmel: un trucco.

E qualcosa rimane
fra le pagine chiare e le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata,
e confondo i miei alibi e le tue ragioni.
I miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente,
ma lo zingaro è un trucco.
Ma un futuro invadent… fossi stato un po’ più giovane,
l’avrei distrutto con la fantasia.
L’avrei stracciato con la fantasia.

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.

Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel!
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevi ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia
e sulla tua persona e quando io,
senza capire, ho detto sì
hai detto: “E’ tutto quel che hai di me”.
E’ tutto quel che ho di te.

Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla
a quella di chissà chi altro.
I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.

La donna cannone

Donna cannone“La donna cannone” è una canzone scrita e interpretata da Francesco De Gregori. Il brano è uscito per la prima volta nel 1983 ed è uno dei più noti e amati del cantautore. La canzone ha come protagonista un personaggio del circo, la donna cannone, che decide di lasciare tutto per seguire il suo amore.

Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno,
giuro che lo farò,
e oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò.
Quando la donna cannone d’oro e d’argento diventerà,
senza passare dalla stazione l’ultimo treno prenderà.
E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà,
dalle porte della notte il giorno si bloccherà,
un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà
e dalla bocca del cannone una canzone suonerà.

E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non aver paura se non sarò come bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo….
Più, uuu uuu uuu uuu na na na na na
E senza fame e senza sete
e senza aria e senza rete voleremo via.

Così la donna cannone, quell’enorme mistero volò,
sola verso un cielo nero s’incamminò.
Tutti chiusero gli occhi nell’attimo esatto in cui sparì,
altri giurarono e spergiurarono che non erano rimasti lì.
E con le mani amore, per le mani ti prenderò
e senza dire parole nel mio cuore ti porterò
e non aver paura se non sarò come bella come dici tu
ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo….
Più, uuu uuu uuu uuu na na na na na.

E senza fame e senza sete
e senza aria e senza rete voleremo via.

Viva l’Italia

“Viva l’Italia” è un brano del 1979 di Francesco De Gregori. Nella canzone, che è un incitamento all’Italia positiva, si parla dei pregi e dei difetti dello Stivale passando per la storia italiana ed esaltando, anche contro il fascismo, “l’Italia che resiste!”.

Viva l’Italia, l’Italia liberata,
l’Italia del valzer, l’Italia del caffè.
L’Italia derubata e colpita al cuore,
viva l’Italia, l’Italia che non muore.
Viva l’Italia, presa a tradimento,
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l’Italia, l’Italia che non ha paura.
Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare,
l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare,
l’Italia metà giardino e metà galera,
viva l’Italia, l’Italia tutta intera.
Viva l’Italia, l’Italia che lavora,
l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora,
l’Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l’Italia, l’Italia sulla luna.
Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre,
l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre,
l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l’Italia, l’Italia che resiste.

Sempre per sempre

ScarpacceQuesta canzone d’amore è del 2001 e fa parte della raccolta “Amore nel pomeriggio”. De Gregori ha più volte dichiarato il suo legame con Fabrizio De Andrè, di come ha ispirato le sue canzoni e la sua vita. In una biografia su De Andrè ha dichiarato: “Se non avessi conosciuto le canzoni di Fabrizio, non avrei mai cominciato a scrivere le mie”.

Pioggia e sole

cambiano

la faccia alle persone

Fanno il diavolo a quattro nel cuore e passano

e tornano

e non la smettono mai

Sempre e per sempre tu

ricordati

dovunque sei,

se mi cercherai

Sempre e per sempre

dalla stessa parte mi troverai

Ho visto gente andare, perdersi e tornare

e perdersi ancora

e tendere la mano a mani vuote

E con le stesse scarpe camminare

per diverse strade

o con diverse scarpe

su una strada sola

Tu non credere

se qualcuno ti dirà

che non sono più lo stesso ormai

Pioggia e sole abbaiano e mordono

ma lasciano,

lasciano il tempo che trovano

E il vero amore può

nascondersi,

confondersi

ma non può perdersi mai

Sempre e per sempre

dalla stessa parte mi troverai

Sempre e per sempre

dalla stessa parte mi troverai