Ho visto Nina volare

Altalena“Ho visto Nina volare” è un malinconico brano di Fabrizio De Andrè, contenuto nell’album “Anime salve” del 1996. La canzone parla del primo amore del cantante, dei suoi rimpianti, dell’impossibilità di cambiare le cose e la contrapposizione con il padre. “Luce luce lontana che si accende e si spegne, quale sarà la mano che illumina le stelle?”.

Mastica e sputa
da una parte il miele,
mastica e sputa
dall’altra la cera.
Mastica e sputa,
prima che venga neve.

Luce, luce lontana,
più bassa delle stelle
quale sarà la mano
che ti accende e ti spegne?

Ho visto Nina volare
tra le corde dell’altalena,
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena
e se lo sa mio padre
dovrò cambiar paese,
se mio padre lo sa
mi imbarcherò sul mare.

Mastica e sputa
da una parte il miele,
mastica e sputa
dall’altra la cera.
Mastica e sputa
prima che faccia neve

Stanotte è venuta l’ombra,
l’ombra che mi fa il verso,
le ho mostrato il coltello
e la mia maschera di gelso
e se lo sa mio padre
mi metterò in cammino,
se mio padre lo sa
mi imbarcherò lontano.

Mastica e sputa
da una parte il miele,
mastica e sputa
dall’altra la cera.
Mastica e sputa
prima che metta neve.

Ho visto Nina volare
tra le corde dell’altalena,
un giorno la prenderò
come fa il vento alla schiena.

Luce luce lontana
che si accende e si spegne
quale sarà la mano
che illumina le stelle?

Mastica e sputa
prima che venga neve.

Amore che vieni, amore che vai

AmoreUna poesia d’amore in queste note di Fabrizio De Andrè. Il brano del 1969 è un malinconico ricordarsi di un amore che, forte come è venuto, così se ne va. La passione svanisce col tempo e chi credeva di aver amato sempre, crede ora di non aver amato mai.

Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento

un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai

e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d’amore

fra un mese fra un anno scordate le avrai,
amore che vieni da me fuggirai.
fra un mese fra un anno scordate le avrai,
amore che vieni da me fuggirai.

venuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d’estate

io t’ho amato sempre, non t’ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t’ho amato sempre, non t’ho amato mai
amore che vieni, amore che vai

Il pescatore

Pescatore“Il Pescatore” è uno dei grandi classici del cantante-poeta anarchico, di origine genovese, Fabrizio De Andrè. In questa canzone, di cui vi presentiamo una versione live, De Andrè narra dell’incontro di un vecchio pescatore con un assassino in fuga. Il testo della canzone, dai forti valori umani e solidali, può essere considerato una vera poesia ed è stato incluso in molte antologe scolastiche.

All’ombra dell’ultimo sole
s’era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un’avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
poi via di nuovo verso il sole
dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
ed è il rimpianto di un aprile
giocato all’ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
Ma all’ombra dell’ultimo sole
s’era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso

Un chimico

De Andrè in questa canzone descrive l’amore dal punto di vista di un chimico solitario e introverso: confronta la sua vita, ricca d’amore per la sua professione, con le storie d’amore tra amanti. Lo stesso chimico descrive come una poesia la magia che c’è in una molecola d’acqua: “Ma guardate l’idrogeno tacere nel mare, guardate l’ossigeno al suo fianco dormire: soltanto una legge che io riesco a capire ha potuto sposarli senza farli scoppiare”.

Solo la morte m’ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all’aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina.
Solo la morte m’ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l’amore.
Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l’amore:
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore.
Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore.

È strano andarsene senza soffrire,
senza un voto di donna da dover ricordare.
Ma è fosse diverso il vostro morire
vuoi che uscite all’amore che cedete all’aprile.
Cosa c’è di diverso nel vostro morire.

Primavera non bussa lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l’idrogeno tacere nel mare
guardate l’ossigeno al suo fianco dormire:
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare.
Soltanto la legge che io riesco a capire.

Fui chimico e, no, non mi volli sposare.
Non sapevo con chi e chi avrei generato:
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d’amore.
E qualcuno dirà che c’è un modo migliore.

Una storia sbagliata

Una storia sbagliata“Una storia sbagliata” è una bella canzone di Fabrizio De Andrè, del 1980. Il brano parla della scomparsa di Pier Paolo Pasolini e di tutto quello che ne è stato scritto. Storia diversa per gente normale, storia comune per gente speciale.

E’ una storia da dimenticare,
è una storia da non raccontare,
è una storia un po’ complicata,
è una storia sbagliata.

Cominciò con la luna sul posto
e finì con un fiume d’inchiostro,
è una storia un poco scontata,
è una storia sbagliata.

Storia diversa per gente normale,
storia comune per gente speciale,
cos’altro vi serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite,
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

E’ una storia di periferia,
è una storia da una botta e via,
è una storia sconclusionata,
una storia sbagliata.

Una spiaggia ai piedi del letto,
stazione Termini ai piedi del cuore,
una notte un po’ concitata,
una notte sbagliata.

Notte diversa per gente normale,
notte comune per gente speciale,
cos’altro ti serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite,
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

E’ una storia vestita di nero,
è una storia da basso impero,
è una storia mica male insabbiata,
è una storia sbagliata.

E’ una storia da carabinieri.
è una storia per parrucchieri,
è una storia un po’ sputtanata,
o è una storia sbagliata.

Storia diversa per gente normale,
storia comune per gente speciale,
cos’altro vi serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite,
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

Per il segno che c’è rimasto
non ripeterci quanto ti spiace,
non ci chiedere più come è andata,
tanto lo sai che è una storia sbagliata.
Tanto lo sai che è una storia sbagliata.