La grammatica non va presa troppo sul serio. Ti dice che il verbo amare regge l’imperativo, ma puoi obbligare qualcuno ad amarti?
Ti dice che “me ne sono andato” è un passato prossimo, eppure la distanza la vedi tutta.
Non esiste la prima persona del verbo piovere, ma esiste quella del verbo morire, come se qualcuno potesse tornare a raccontarci di come è successo, mentre sarebbe più facile piovere dal cielo, specialmente quando siamo nuvoli.
La grammatica arriva pure a dirti che i verbi amare, sognare e restare, nella loro forma più semplice sono all’infinito; “parto” sarebbe solo indicativo, “ero felice” è imperfetto e “sarebbe diverso” è un condizionale, anche se le condizioni non ci sono più.
Io, per me, la grammatica non la prendo troppo sul serio.
tratto da La mia anima ha le scarpe rotte, Evanzio