Ama un poco i tuoi anni

Erri De Luca è uno degli scrittori italiani contemporanei più interessanti. In questo brano a parlare è un uomo molto malato che si rivolge a suo figlio parlandogli di una cosa per lui molto importante: i libri.

LibriDi giorno parlava di libri. “Conoscevano le mie pene, i bisogni, gli scontenti. In ognuno di loro c’era una frase, una lettera che era stata scritta solo per me. Sono stati la vita seconda, che insegna a correggere il passato, a dargli una presenza di spirito che allora non ebbe, a dargli un’altra possibilità. I libri insegnano ai ricordi, li fanno camminare. Li ho letti per intero, non ne ho lasciato nessuno a mezzo, per quanto fosse deludente o presuntuoso l’ho seguito fino all’ultima linea. Perché è stato bello per me girare la pagina letta e portare lo sguardo in alto a sinistra, dove la storia continuava. Ho girato il foglio sempre alla svelta per proseguire da quel primo rigo, in alto a sinistra. Questo mi mancherà del mondo, mi mancherà più di te, delle tue cure e delle notti di bridge con cui mi hai fatto uscire dal dolore delle ossa. I libri sono un carattere ereditario e credo di avertelo trasmesso. Non li ami come me, sei esigente, cerchi tra essi le pagine che restano incise nella memoria, infilzate come farfalle. Ma non dire che le altre, le dimenticate, sono da non leggere. Molto è portato via dal caso, quello che resta è appunto solo questo, un resto che non dimostra e non sostituisce niente di quello che si è perduto. Ami le pagine assolute, le necessarie, al riparo dai gusti. Ma i libri siamo noi, gente che si ammala, si sfilaccia, ingiallisce e viene dimenticata. Sono a immagine della nostra vita. Ama un poco anche i libri del tuo tempo, ama un poco i tuoi anni che sono quelli che passano e non quelli che restano.”

tratto da In alto a sinistra, Erri De Luca

I sì rovinati

Uomo tristeUn giorno [l’uomo]  mette fuori un foglio scritto in inglese.
La polizia di un popolo che non voglio nominare lo imprigiona a regime di bastonate. Gli si guastano gli occhi, uno si sana, l’altro no.
Occhi in inglese è “eyes”. Un errore di battuta sul foglio li trasforma in “yes”. Per le botte ha gli “yes” guasti. E l’errore è giusto, ha tutti i sì rovinati, di rado gliene tiro fuori qualcuno ammaccato in cambio di un’offerta di caffè, di una mano a impastare calce.
Le botte guastano i sì più degli occhi. Ci sono errori che contengono un’altra verità.

(da Erri de Luca, Tre cavalli)