Il 23 maggio 1992 l’Italia perdeva una delle figure più importanti nella lotta alla mafia: il giudice Giovanni Falcone, in prima linea contro Cosa Nostra, veniva ucciso in un terribile attentato (l’esplosione di 5 quintali di tritolo al passaggio della sua auto in autostrada), nel quale hanno perso la vita anche la moglie e tre agenti della scorta (eroi pronti a sacrificare la propria vita accompagnando, per uno stipendio ridicolo, quello che sapevano essere un obiettivo della mafia). Meno di due mesi dopo, il 19 luglio, la mafia replicava con l’omicidio a Palermo del grande amico e collaboratore di Falcone, Paolo Borsellino.