Qualcuno era comunista

Giorgio Gaber“Qualcuno era comunista” è uno dei brani più brillanti di Giorgio Gaber. Il brano parla del comunismo in Italia attraverso delle immagini concrete che hanno caratterizzato il Paese nel dopoguerra fino ai nostri giorni. Più che una riflessione politica è una riflessione storica ed esistenziale sul Bel Paese.

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia (una regione che è schierata politicamente a sinistra).
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… La mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche: lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché la storia è dalla nostra parte!
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima (prima, prima…) era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano…
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona (Berlinguer è stato capo del Partito Comunista Italiano. Uomo serio e rispettato).
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona (Andreotti è stato per 8 volte premier. Capo del partito cattolico, è stato visto come una persona poco trasparente).
Qualcuno era comunista perché era ricco, ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era così affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione?… Oggi, no. Domani, forse. Ma dopodomani, sicuramente!
Qualcuno era comunista perché… “la borghesia il proletariato la lotta di classe, cazzo!”
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI3 (Rai3 è una canale della tv pubblica voluto dal Partito Comunista e che è sempre stato, ed è, molto di sinistra).
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo Secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sè la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il Grande Partito Comunista (per grandezza era il secondo in Europa dopo quello russo).
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il Grande Partito Comunista (il Partito Comunista era anche molto rigido).
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggiore partito socialista d’Europa (il partito socialista in Italia è molto debole e schiacciato dal partito comunista).
Qualcuno era comunista perché lo Stato, peggio che da noi, solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera (nomi di stragi compiute da estremisti di destra).
Qualcuno era comunista perché chi era contro, era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno, qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perchè era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno.
Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso: era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo, per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora?
Anche ora ci si sente in due: da una parte l’uomo inserito, che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo. Perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.





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