Preposizioni – L’illuminazione pubblica a Milano

Inserisci le preposizioni semplici e articolate mancanti.

Per chi abita una città moderna come Milano è normale pensare che notte strade e piazze siano illuminate (salvo magari lamentarsi che c’è inquinamento luminoso e che non si vedono più le stelle). Non è quindi facile immaginare quanto dovesse essere buia la nostra città, ancora '700, con una illuminazione stradale allora gran parte affidata sole insegne di botteghe ed osterie, ed lampade votive poste davanti , per fortuna numerose, immagini sacre e tabernacoli.

Intendiamoci, Milano la situazione non era molto peggiore che tante altri luoghi perché anche più grandi città europee i servizi illuminazione pubblica erano modesti. In sostanza le abitudini non erano ancora molto cambiate tempi medievali, quando le comunità cittadine si preparavano alla notte come un periodo di pericoli ed insidie: tramonto aveva inizio il ritiro verso le case, le porte mura venivano chiuse e con l’oscurità vigeva il coprifuoco. La ronda notturna perlustrava le strade munita d’armi e fiaccole che servivano non solo ad illuminarle la via, ma anche a permetterle essere vista come forza d’ordine pubblico. I privati cittadini che si recavano in strada notte, dovevano anch’essi avere sé un lume non rendersi sospetti.

A Milano un passo in avanti decisivo campo illuminazione pubblica fu fatto solo 1784, quando un decreto dell'imperatore austriaco Giuseppe II i proventi del gioco lotto e delle imposte fabbricati, pagate milanesi all’amministrazione asburgica, furono dedicati impiantare un servizio illuminazione pubblica con lampioni olio. Dal 1787 poi questo servizio fu affidato ad un apposito corpo operai accenditori, i lampedée, che con la loro scala spalle passavano rapidamente ad accendere e spegnere un fanale dopo l'altro e ne curavano il rifornimento e la pulizia. Le lampade olio, perfezionate con l'introduzione del “becco di Argand”, raggiunsero rapidamente le migliaia e rimasero poi funzione fin oltre la metà secolo, solo gradualmente soppiantate lampioni gas.

(da www.storiadimilano.it)





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