Preposizioni – La paghetta

Completa il seguente testo inserendo le preposizioni semplici e articolate opportune.

Dare una paghetta al proprio bambino, è considerarsi educativo? E quanto bisogna dargli? Tutti i genitori si pongono queste domande...

La paghetta: darla o meno
Non ci sono regole in materia! Ogni genitore deve scegliere quello che ritiene giusto. Dare del denaro non è mai un obbligo, anche una società consumistica come la nostra. In compenso, il contatto bambino con il denaro è educativo, sia che si tratti dargli regolarmente una paghetta, oppure qualche soldino ogni tanto (per un compleanno, parte della nonna...). Le abitudini variano seconda paesi: nel Nord Europa, Germania, Austria, Danimarca, Lussemburgo... i bambini cominciano ricevere una paghetta molto presto, nei paesi del Sud Europa, Italia, Spagna... i soldi vengono dati occasioni speciali.

A quanti anni?
Dare dei soldi ha senso solo se il bambino capisce che si tratta! A 5 anni, gli si può dare ogni tanto una moneta per comprarsi dei dolcetti, ma niente più. Non bisogna cominciare prima che il bambino sappia contare e capire i prezzi, quindi.
Comincia verso i 7-8 anni, una piccola somma, ma niente ti impedisce aspettare che il bambino te lo chieda spontaneamente!

Quanto dare?
Dipende tutto età. E dal proprio budget, ovviamente: è l’occasione giusta spiegare bambino che i soldi corrispondono quello che si guadagna, e che hanno un valore, quindi. Dai due esempi semplici: il tuo stipendio e il costo spesa per un mese.
Come dare?
- Sii chiara sin inizio: precisa la frequenza (ogni mercoledì...), la somma della paghetta e rispetta l’impegno preso (sennò, come potrà lui mantenere i suoi?).
- Spiega le regole: i soldi sono suoi, li può usare come vuole ma, compenso, non si aggiunge o anticipa nulla... Se non ne ha più, peggio lui!
- Incoraggialo a mettere un po’ di soldi parte comprarsi il gioco che gli piace più...
- Vieta gli acquisti pericolosi (vale soprattutto per gli adolescenti); se disubbidisce (sigarette, alcol...) smetti dargli la paghetta.
- Non ricompensarlo i buoni voti (il lavoro fatto scuola non dev’essere «pagato». Sta studiando per il proprio futuro), o i lavoretti in casa (dare una mano a fare le faccende è normale). In compenso, puoi dargli alcuni spiccioli in più un lavoro supplementare che gli hai chiesto fare. Ad esempio ridipingere una porta...

Le precauzioni
- Resisti tentazione di intervenire caso di un acquisto sconsiderato! Lasciagli fare le proprie esperienze, purché prive rischi.
- Aumenta la paghetta tutti gli anni.
- Spiegagli quali sono i campi di tua competenza: vestiti, palestra, materiale scolastico, libri... e quelli di sua competenza: gli acquisti supplementari (un altro gioco la playstation, un nuovo paio roller), le caramelle, i gadget (un portafoglio Hello Kitty ecc.).
- Quando fai la spesa, fagli leggere le etichette, paragonare i prezzi, insomma, spiegagli il costo vita e come si usa il denaro.

Non la vuole!
Capita a volte che alcuni bambini rifiutino ricevere una paghetta. Spesso è sintomo una scarsa maturità e della paura crescere. Non insistere troppo. Se è piccolo, non c’è fretta! Aspetta che chieda un gioco o una caramella e spiegagli a cosa serve la paghetta. Proponigli passare «dalla parte grandi». Pochi spiccioli basteranno.

[da www.alfemminile.com]





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