Lessico – Palline di pane

Questo è l’inizio del romanzo Palline di pane, di Paola Mastrocola. Scegli la parola corretta.

Non arriva.
Ho già chiamato il e lei non arriva.
Metto l', chiudo casa, scendiamo in strada con le valigie, i borsoni, i sacchetti, tutto allineato compatto ai nostri piedi: bravi, non ingombriamo più di tre metri quadri circa di .
E lei non arriva.
Accarezzo meccanicamente i riccioli, sudaticci, di mia figlia Stefania detta Stefi, che se ne sta buona nel e si mangia entrambe le mani.
Olli è a tre passi da noi, appoggiato al , e legge facendo finta di non conoscerci. Olli, il mio undicenne Orlando Maria detto Olli, è così: si porta sempre dietro un , dice «non si sa mai», non sopporta di stare col per aria e quindi, quando si trova nella spiacevole situazione di dover aspettare, tira fuori il suo libro e legge. Seduto, in piedi, accasciato, non importa. Di solito un per ragazzi, non so David Copperfield, Il richiamo della foresta, Cuore, libercoli così. Oppure «Topolino», quando è più teso. Oggi «Topolino».
Il taxista scende, sistema i bagagli, si rimette al .

(da Paola Mastrocola, Palline di pane, Guanda, 2012, p. 9)





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