Le leggende legate al Natale

Palline di NataleLeggenda delle palline di Natale:

Nei giorni seguenti alla nascita del Bambino Gesù un artista di strada molto povero si trovava a Betlemme.
Voleva andare a salutarlo ma non aveva nemmeno un dono da portargli. Dopo qualche dubbio decise di recarsi alla grotta e di andarlo a trovare. Gli venne in mente un’idea: fece quello che gli riusciva meglio, il giocoliere, e fece ridere il piccolo bambino.
Da quel giorno per ricordarci delle risate di Gesù Bambino si appendono delle palline colorate all’albero di Natale.

PettirossoLeggenda del pettirosso:

Un piccolo uccellino marrone divideva la stalla a Betlemme con la Sacra famiglia. La notte, mentre la famiglia dormiva, l’uccellino notò che il fuoco che li scaldava stava per spegnersi.
Così, per tenere caldo il piccolo, volò verso le braci e tenne il fuoco vivo muovendo le ali per tutta la notte. Il mattino seguente l’uccellino fu premiato con un bel petto rosso brillante come simbolo del suo amore per Gesù Bambino.

VischioLa leggenda del vischio:

Il vischio, pianta utilizzata durante il periodo natalizio, è legato ad una leggenda molto bella che riguarda un vecchio mercante.
C’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L’uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico.
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.
Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò:
– Fratello, – gli gridarono – non vieni?
Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c’erano che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero. Ma dove andavano?
Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più caro, speculava sul bisogno dei poveri, mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme.
Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Arrivò alla grotta insieme con gli altri e s’inginocchiò insieme agli altri.
– Signore, – esclamò – ho trattato male i miei fratelli. Perdonami. E cominciò a piangere.
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell’alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.

Bastoncino di zuccheroLa leggenda del bastoncino di zucchero:

Il famoso bastoncino della leggenda è fatto di zucchero, è bianco a strisce rosse e ha il sapore di menta. Narra la leggenda che un dolciaio lo creò per ricordarci Gesù. Tale bastoncino racchiude in sé molti significati:
– Il caramello (di cui è fatto il bastoncino) rappresenta Gesù come la roccia solida su cui sono costruite le nostre vite.
– La forma a “J” rappresenta la forma di un bastone da pastore (Gesù è il nostro pastore) oppure sta per Jesus (Gesù).
– Il colore bianco rappresenta la purezza e l’assenza del peccato.
– Le strisce rosse grandi rappresentano il sangue di Cristo versato per i nostri peccati.
– Le strisce sottili invece rappresenterebbero i segni lasciati dalle frustate che Gesù ricevette dai soldati romani per ordine di Ponzio Pilato.
– Il sapore di menta piperita ricorda il sapore dell’issopo che è una pianta aromatica usata nel vecchio testamento per purificare.

AgrifoglioLa leggenda dell’agrifoglio:

Un piccolo orfanello viveva presso alcuni pastori quando gli angeli apparvero annunciando la lieta novella della nascita di Cristo.
Sulla via di Betlemme, il bimbo intrecciò una corona di rami d’alloro per il neonato re. Ma quando la pose davanti a Gesù, la corona gli sembrò così indegna che il pastorello si vergognò del suo dono e cominciò a piangere.
Allora Gesù Bambino toccò la corona, fece in modo che le sue foglie brillassero di un verde intenso e cambiò le lacrime dell’orfanello in bacche rosse.

Natività - PresepeIl presepe:

Nel presepe, rappresentazione della natività, tutto è simbologia: la stalla rappresenta la povertà e la miseria.
Giuseppe è l’intelletto: anziché essere geloso e ripudiare Maria si inchina a Dio accettandone la volontà.
Il Bue rappresenta il principio generativo (è simbolo della fertilità e fecondità in Egitto), la forza sessuale; l’asino invece raffigura la personalità, la natura inferiore dell’uomo.
Il significato della presenza nella stalla del bue e dell’asinello è in realtà molto profondo:soffiando sul Bambino Gesù lo scaldavano con il loro fiato.
Il soffio è vita, dunque il soffio dell’asino e del bue è una reminiscenza del soffio mediante il quale Dio ha dato l’anima al primo uomo.

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