L’antipatico

Goffredo Parise è stato un grande intellettuale del Novecento, con una scrittura molto piacevole. Parise viene attaccato per non essere uno scrittore impegnato e per non essersi schierato negli anni della contestazione. La figura dell’Antipatico, ne I sillabari, è un po’ la sua risposta a tali critiche.

InchiostroUn giorno un uomo un po’ pigro che non si era mai interessato di politica perchè non riteneva affatto, nonostante i rimproveri che gli piovevano da tutte le parti, che «ogni azione umana è una azione politica», udì il telefono squillare in modo che gli parve antipatico.
Quest’uomo, contrariamente a molti che possiedono la certezza di spiegare ogni cosa con la ragione, spesso non spiegava un bel nulla e, forse a causa della sua pigrizia, si accontentava di ricevere dagli uomini e dalle cose dei segnali che, senza alcuna spiegazione, contenevano già la spiegazione. Se quel giorno, ad esempio, il suono del telefono era antipatico ciò non costituiva una legge da «approfondire» con la ragione, bensì un caso, perchè, infatti, altre volte il suono era simpatico, saltellante, o frivolo, o pettegolo, e preannunciava qualcosa di buono e di amichevole.

da Sillabari, di Goffredo Parise





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