La riforma della grammatica

GrammaticusIl professor Grammaticus, un giorno, decise di riformare la grammatica.
– Basta, – egli diceva, – con tutte queste complicazioni. Per esempio, gli aggettivi, che bisogno c’è di distinguerli in tante categorie? Facciamo due categorie sole: gli aggettivi simpatici e gli aggettivi antipatici. Aggettivi simpatici: buono, allegro, generoso, sincero, coraggioso. Aggettivi antipatici: avaro, prepotente, bugiardo, sleale, e via discorrendo. Non vi sembra giusto?
La domestica che era stata ad ascoltarlo rispose: – Giustissimo.
– Prendiamo i verbi, – continuò il professor Grammaticus. – Secondo me essi non si dividono affatto in tre coniugazioni, ma soltanto in due. Ci sono i verbi da coniugare e quelli da lasciar stare, come per esempio: mentire, rubare, ammazzare, arricchirsi alle spalle del prossimo. Ho ragione sì o no?
– Parole d’oro, – disse la domestica.
E se tutti fossero stati del parere di quella buona donna la riforma si sarebbe potuta fare in dieci minuti.

(Gianni Rodari, Il libro degli errori)





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