La madre

In questa poesia del 1929, Giuseppe Ungaretti immagina di ricongiungersi a sua madre in cielo, nel momento della sua morte. Ungaretti immagina che lei lo stia aspettando e che quando la rivedrà lei gli dirà la mano come faceva quando era bambino.

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.





Precedente La madre Successivo Supplica a mia madre