“C’era una volta un tale…” è l’inizio di un gioco linguistico proposto anche da Gianni Rodari.
Il gioco consiste in questo:
– iniziare la frase con “C’era una volta un tale, un tale di…”,
– aggiungere il nome di una città,
– scrivere la rima.
Esempio:
C’era una volta un tale, un tale di Milano
che andava in centro camminando su una mano.
Provate anche voi!
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Cera una volta un tale , un tale della Corsica,
che aveva una chitarra tutta di plastica.
Cera una volta un tale , un tale di Roma,
che andava tutti i giorni in coma.
Cera una volta un tale , un tale di Milano
che si trasferiva a Bolzano.
Cera una volta un tale , un tale di Proves,
Che andava tutti i giorni a Cles.
Cera una volta un tale , un tale di Parma,
che aveva una bella mamma.
Cera una volta un tale , un tale di Milano
che aveva un grande divano.
Cera una volta un tale , un tale della Toscana
che aveva una moglie che si chiamava Romana.
C’era una volta un tale, un tale di Bolzano,
che il cappello teneva sempre in mano
C’era una volta un tale, un tale di Roma,
che faceva egli stesso il cavallo da soma.
C’era una volta un tale, un tale di Piombino,
che s’atteggiava proprio da stupido bambino.
C’era una volta un tale, un tale di Cagliàri,
che pensava ancora di far parte dei templari.
C’era una volta un tale, un tale di Pechino,
che di lavoro, in un hotel, faceva il facchino.
C’era una volta un tale, un tale di Atene,
che s’era impigliato in delle sue catene.
C’era una volta un tale, un tale di La Spezia,
pel quale lavorare era veramente un’inezia.
C’era una volta un tale, un tale di Corfù,
che credeva proprio di essere un cucù.
C’era una volta un tale, un tale di Venezia,
che voleva chiamare la figlia Lucrezia.
C’era una volta un tale, un tale di Firenze,
ch’era un vecchio bacucco sputasentenze.
C’era una volta un tale, un tale di Milano,
che era prorpietario d’un bell’aeroplano.
C’era una volta un tale, un tale di Livorno,
che stava tutto il dì seduto nel soggiorno.
C’era una volta un tale, un tale di Rapallo,
che mangiava sempre il tergicristallo.
C’era una volta un tale, un tale di Genova,
che pensava davvero d’aver contratto l’ebola.
C’era una volta un tale, un tale di Saronno,
che aveva davvero un grande e pesante sonno.
C’era una volta un tale di Roma
che faceva egli stesso il cavallo da soma.
C’era una volta un tale di Piombino
che s’atteggiava proprio da bambino.
C’era una volta un tale di Cagliàri
che pensava di far parte dei templari.
C’era una volta un tale di Pechino
che di lavoro faceva il facchino.
C’era una volta un tale di Atene
che s’era impigliato in delle catene.
C’era una volta un tale di La Spezia
pel quale lavorare era un’inezia.
C’era una volta un tale di Corfù
che credeva di essere un cucù.
C’era una volta un tale di Venezia
che voleva chiamare la figlia Lucrezia
C’era una volta un tale di Firenze
ch’era un vecchio sputasentenze.
C’era una volta un tale di Milano
che era prorpietario d’un aeroplano.
C’era una volta un tale di Livorno
che stava tutto il dì seduto nel soggiorno.
C’era una volta un tale di Rapallo
che mangiava il tergicristallo.
C’era una volta un tale di Genova
che pensava d’avere l’ebola
C’era una volta un tale di Saronno
che aveva davvero un gran sonno.
C’era una volta un tale,un tale di bucarest
che gli piaceva viaggiare sempre a est
C’era una volta un tale, un tale di Verona, così pieno di sé che se le canta e se le suona.
C’era una volta un tale, un tale di Vercelli, che di mestiere faceva busti per i cammelli.
C’era una vola un tale, un tale di Biella che per non perdere la bici tirava via la sella
C’era una volta un tale, un tale di Faenza, che da quando scoprì la Nutella non poté più stare senza.
C’era un volta un tale, un tale di Verona che andava notte e giorno a cercare la sua nonna.
C’era una volta un tale, un tale di Forlì
che si fece un paio d’ale, per sembrare un colibrì.
c’era una volta un tale, un tale di Bologna
che prese il proprio bimbo,dall’ali di una cicogna.
C`era una volta un tale, un tale di Urbino che amava mangiare sempre il brodino.
C`era una volta un tale, un tale di Zurigo
era sempre in ritardo ma urlava a tutti “mi sbrigo!”
c’era una volta un tale, un tale di Berlino,
che mangiava sempre il formaggino
C’era una volta u tale, un tale di Andalusia, diceva a tutti gli amici “Viva la allegria”
C’era una volta un tale, un tale di Siviglia, e sempre cantava “Che meraviglia”!!!!
C’era una volta un tale, un tale di Cadice e adesso vive lì perche gli piace
C’era una volta un tale, un tale di Siviglia e tutto quello che faceva, lo faceva di meraviglia!!!!!!!
C’era un tale, un tale di Viterbo,
che teneva l’amore per la sua donna in serbo.
C’era una volta un tale, un tale di Marostica
Che non aveva in bagno la carta igienica
C’era una volta un tale, un tale di Cagliari
Che sempre perdeva il treno perché sbagliava binari
C’era una volta un tale, un tale di Cefalù
che si ruppe un polso giocando a Tabù
C’era una volta un tale, un tale di Montepulciano
Che si stancava molto alzandosi dal divano
C’era una volta un tale, un tale di Oristano
che dormiva sempre con un pipistrello in mano
C’era una volta un tale, un tale di Riccione
che leggeva di Marco Polo solo il Milione
C’era una volta un tale, un tale di Cittadella
che mangiava solo pane, pomodoro e mozzarella
C’era una volta un tale, un tale di Vicenza
Che mi rubava merende dicendo: “Puoi farne senza”
C’era una volta una tale, di un paesino polacco,
che per sembrare alta si metteva la scarpa col tacco.
C’era una volta un tale, un tale di Castelnuovo
Che si metteva a letto dicendo: “Più non mi muovo!”
C’era una volta un tale, un tale di Urbino
A cui suonava sempre la notte il telefonino.
C’era una volta un tale, un tale della Sicilia
Che alzandosi dal letto s’è rotto una caviglia.
C’era una volta un tale, un tale di Buccinasco
Che anche quando mangiava indossava un casco.
C’era una volta una tale, una tale di Polonia,
che faceva la ballerina con l’abito da cerimonia.
C’era una volta una tale, una tale di Polonia,
che ogni due parole diceva una fandonia.
C’era una volta un tale, un tale di Bari
Che rispondeva sempre ad ogni domanda “magari”.
C’era una volta una tale, una tale di Polonia,
che sbagliò strada e finì in Lapponia.
C’era una volta una tale, una tale di Polonia,
che di pierogi ai funghi fece una gran macedonia.
C’era una volta una tale, una tale di Varsavia,
che uno scienziato pazzo decise di render cavia.
C’era una volta un tale, un tale di Pavia
Che ogni seconda parola diceva una bugia.
C’era una volta un tale, un tale di Ferrara
Che benché stesse sempre al sole, aveva la pelle chiara
C’era una volta un tale, un tale di Caltanissetta
Che mangiava molto e bene. Purtroppo, sempre di fretta
C’era una volta un tale, un tale di Palermo
Che molto amava lo sport…guardato sullo schermo.
C’era un tale,un tale di Luna
Che guardava giu’
Perche’ cercava la sua stella
Per tirarla su
C’era una volta un tale, un tale di Pineto,
che andava in farmacia per prendere l’aceto.
C’era una volta un tale, un tale di Portofino
a cui piacevano tanto le donne e il goccetto di vino.
c`era una volta un tale, un tale di Sardegna
che per cucinare usava la legna.
C’era una volta un tale, un tale di Torino
che era un barbone, ma di notte suonava il violino.
C’era una volta un tale, un tale di Grugliasco
che, per mettersi a dormire, indossava sempre il basco.
C’era una volta un tale, un tale di Siena,
che quasi gratis faceva massaggi alla schiena.
C’era una volta un tale, un tale di Monterotondo,
che nel precipizio finì fino in fondo.
C’era una volta un tale, un tale di Castelnuovo,
che finì all’ospedale perché era allergico all’uovo.
C’era una volta una tale, una tale di Livorno,
che per far dispetto al marito, lo cucinò nel forno.
C’era una volta un tale, un tale di Firenze
che aveva pochissime idee e tantissime credenze.
C’era una volta un tale, un tale di Corfù
che voleva parlare e scrivere senza la lettera U.
C’era una volta un tale,un tale di Roma
che tagliava le sue unghie chattando al pc e pettinandosi la chioma.
C’era una volta una tale, una tale di Varsavia
che invitava a pranzo un amico ma lo usava come cavia!
C’era una volte un tale, un tale di Perugia
che si limava le unghie sopra una grattugia!
C’era una volta una tale, una tale di Soria
che preparava il tè e lo serviva con la cicoria.
C’era una volta un tale, un tale di Santiago
che per ricordarsi le chiavi le legava con uno spago.