La bellezza dell’Italia

Antonio Tabucchi, docente universitario e scrittore molto famoso (noto è il suo libro Sostiene Pereira), ha anche partecipato attivamente al dibattito pubblico, prendendo spesso posizioni che lo hanno portato a criticare ed essere criticato aspramente. Ascolta in questa intervista televisiva del 30 novembre 2010 che cosa dice Tabucchi della bellezza dell’Italia. E poi completa il testo che racconta il suo pensiero su questo tema.

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Secondo Antonio Tabucchi, quando uno vive molto fuori dall'Italia, se la porta sempre . Sostiene che a volte, vista da fuori, l'Italia è , anche se bisognerebbe chiederlo alle estere quello che pensano dell'Italia. Tabucchi dice di avere conosciuto un'Italia più bella: è un po' , è l'altra faccia della . Del bello non si è mai : il brutto a volte vince con maggiore facilità perché è facile il brutto. Tabucchi ricorda che quando l'italiano di un tempo (e che conosce lui) parlava, anche se non era e magari era analfabeta, però era , era bello. Gli italiani sono eleganti: hanno un'eleganza intima, . Quei volti di un tempo, che sono spariti, ci sono ancora: magari si vedono un po' meno in .

Comprensione – Viaggio con te

Viaggio con te è una canzone di Laura Pausini del 2001. E’ dedicata al papà Fabrizio.
Ascolta la canzone una prima volta cercando di capire il significato. Poi ascoltala ancora completando il testo con le parole mancanti.

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Ci svegliavi con un e poi
te ne andavi a letto, mentre noi
correvamo in quella che
ci dicevi "insegna a vivere",
ma la l'hai insegnata tu,
ogni giorno un po' di più,
con quegli innamorati tuoi
di due figlie matte come noi.
Cosa non darei perché il
non ci invecchi mai,
ho imparato a cantare insieme a te
nelle sere d' nei caffè,
ho imparato il mio
e ho diviso la strada e l'allegria,
la tua forza e la tua
ogni istante, ogni miraggio...
Per le tu non c'eri mai,
mamma apriva i pacchi insieme a noi,
il ti portava via,
la tua solitudine era mia.
Cosa non farei per ridarti il perso ormai,
ho imparato ad amare come te
questa , rischiando tutta me,
ho imparato il tuo coraggio
e ho capito la timida
del tuo essere unico perché
sei la del mio viaggio per me
e così
sempre di più
somiglio a te
nei tuoi
e nelle lacrime...
Ho imparato il tuo coraggio
e ho imparato ad amare e credere
nella , rischiando tutta me,
e ho diviso questo viaggio con te
io con te
ho imparato il mio ...
Mi risveglio in questa mia,
penso a quando te ne andavi via
e anche adesso cosa non farei
per ridarci il tempo perso ormai.

Un borghese piccolo piccolo – Soluzione

Ecco qui una scena tratta dal film Un borghese piccolo piccolo, con Alberto Sordi. Il film, diretto da Mario Monicelli è stato realizzato nel 1977 e il soggetto è preso dall’omonimo libro di Vincenzo Cerami.
In questa scena un genitore, il signor Vivaldi, cerca di far assumere il figlio in un posto pubblico chiedendo una raccomandazione al dottor Spaziani.

Spaziani – La roba! La roba… tu guarda la roba! Dio! Chi è?
Vivaldi – E’ permesso? Sono io, Vivaldi!
S – Ah, sì! Avanti, vieni, vieni avanti… Scusa, eh, Giovanni, ma io sai ogni tanto mi gratto un po’ la forfora. Fa bene!
V – Sì! Molto…
S – Come va, Giovanni?
V – Bene, scusa, ti disturbo solo qualche minutino… per via di Mario, mio figlio.
S – Come va il nostro ragioniere?
V – Gli vorrei far fare il concorso per il gruppo B, ho qui il bando vedi, ecco… guarda un po’.
S – Gruppo B? 900 posti…
V – Eh, 900 non sono mica pochi.
S – Va bene ma… ma non è mica neanche tanto facile come credi tu, sai? Prima di tutto devi considerare che, come al solito, i concorrenti saranno almeno…
V – Eh, saranno… sono quelli che sono!
S – Ma tu guarda questo pezzo quant’è grosso!
V – Mamma mia! Grosso, eh!
S – Hai visto?
V – Non l’avevo mai visto così!
S – Hai capito Giovanni? Dico i concorrenti sono almeno 20000!
V – Ma lui è mio figlio! Oh! In fondo io dopo tanti anni che cosa chiedo? Non chiedo mica tanto… avere per lui, ecco, un occhio di riguardo.
S – Giovanni, oggi per la legge i nostri figli sono uguali al figlio di un tassinaro, di un muratore…
V – E che non lo so? Ma è ingiusto! Me lo devono prendere! In fondo il ministero mi deve 30 anni di fatiche!
S – Giovanni, quanto tempo è che mi conosci?
V – Eh, ad aprile sono 23 anni.
S – 23 anni!
V – Ah no? 23!
S – Come passa il tempo! Di’, ma tu ti ricordi che chioma avevo io? Ero l’orgoglio del quarto piano!
V – Spaziani, che facciamo di Mario?
S – Di chi?
V – Mario mio, che lo buttiamo in mezzo alla strada? Oppure gli facciamo fare l’operaio?
S – No! Io ti ho sempre voluto bene, no?
V – E io no? Anch’io te n’ho voluto, sai?
S – Certo!
V – In fondo, in tanti anni io ho coltivato solo te…
S – Lo so!
V – Io non ho nessun altro… solo tu mi puoi aiutare!
S – E io farò tutto quello che è nelle mie possibilità, e anche di più! Fedele al detto: ama chi ti ama, fosse pure un cane!
V – Grazie Spaziani. Grazie, eh…
S – Ecco…
V – Scusa Spaziani, io ti volevo presentare mio figlio.
S – Certo! Con piacere! Anzi, digli di venire un giorno, anche domani, capito?
V – Eh, ho capito sì! E, siccome sapevo che t’avrebbe fatto piacere, l’ho portato con me. Sta qui fuori!
S – Ma come? Sta fuori?
V – Lo facciamo entrare?
S – Ci mancherebbe altro! Fallo entrare, avanti!
V – Vieni, vieni, Mario, vieni… Eccolo! Permetti che ti presenti mio figlio?
S – Prego…
V – Il ragionier Vivaldi, il dottor Spaziani: caposezione dell’ufficio personale, reparto pensioni!
Mario – Molto piacere!
S – Molto onorato…
V – L’onore è tutto nostro!
S – Allora giovanotto, con quale media abbiamo preso questa licenza?
M – La media del 6.. 6,2 più o meno
V – Ma.. era di più mi pare, no? E’ stato tanto malato durante gli esami!
S – Beh… avrai fatto almeno qualche corso di specializzazione, non so, le lingue per esempio…
V – Eh… durante quell’estate non hai fatto il corso di dattilografia? Dov’eri tanto bravo?
M – Ah, sì è vero, mi ricordo!
V – Ha avuto tanti complimenti!
S – Non è che la dattilografia faccia molto, sono due punti.
V – Beh…
S – Voi dovete sapere che c’è un punteggio per ogni dote del candidato. Per esempio, figlio di invalido: sono cinque punti. Figlio di madre vedova: sono quattro punti. Ora, dattilografia, stenografia, calligrafia: sono due punti.
Comunque nella domanda…
V – Sì?
S – … più roba ci metti e meglio è!
V – … e meglio è, dice?
S – Adesso scusatemi ma io ho molto da fare.
V – Sì, sì! Ce ne andiamo subito!
S – Ah, mi raccomando nella domanda mettete tutto!
V – Tutto!
S – Tutto quello che potete!
V – Tutto, tutto, tutto ci mettiamo!
S – Scrivetela, eh? E poi me la riporti, ci do un’occhiata io, capito Giovanni?
V – Sì, ci pensi tu, eh? Saluta il dottore!
M – Buongiorno dottor Spaziani! Grazie!
V – Grazie dottor Spaziani, scusi il disturbo!

Un borghese piccolo piccolo – Vero/Falso

Ecco qui una scena tratta dal film Un borghese piccolo piccolo, con Alberto Sordi. Il film, diretto da Mario Monicelli è stato realizzato nel 1977 e il soggetto è preso dall’omonimo libro di Vincenzo Cerami.
In questa scena un genitore, il signor Vivaldi, cerca di far assumere il figlio in un posto pubblico chiedendo una raccomandazione al dottor Spaziani.
Dopo aver ascoltato il video due volte, indica se le seguenti informazioni sono vere.

1 ) Il signor Vivaldi e il dottor Spaziani sono amici di infanzia.




2 ) Il figlio del signor Vivaldi è stato bocciato a scuola.




3 ) Il signor Vivaldi è stato licenziato dopo 30 anni di lavoro.




4 ) Il signor Vivaldi è vedovo.




5 ) Il dottor Spaziani è il presidente dell'azienda.




6 ) Il figlio del signor Vivaldi ha studiato dattilografia un'estate.




7 ) Ci sono meno di 1000 posti disponibili per il lavoro.




8 ) Il figlio del dottor Vivaldi deve tornare il giorno dopo.




9 ) Il figlio del dottor Vivaldi è ingegnere.




10 ) Il signor Vivaldi non vuole che il figlio faccia l'operaio.






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