La canzone del Piave – Canzone della I Guerra Mondiale

La canzone del Piave è una canzone patriottica italiana scritta da Ermete Giovanni Gaeta durante la Prima Guerra Mondiale. La canzone si riferisce alle battaglie sul Piave degli Italiani contro gli Austriaci. Gli Austriaci volevano attaccare gli Italiani che avevano appena perso a Caporetto ma il fiume straripò e fermò gli Austriaci. Gli Italiani si riorganizzarono e tra il 2 e il 6 luglio del 1918 ci fu la battaglia del Solstizio, dove morirono 84.600 militari italiani e 149.000 militari austro-ungarici.

Il Piave mormorava calmo e placido al passagio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera !

Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.

S’udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero
il Piave mormorò: Non passa lo straniero !

Ma in una notte triste si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento.
Ahi quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
poichè il nemico irruppe a Caporetto.

Profughi ovunque dai lontani monti,
venivan a gremir tutti i suoi ponti.

S’udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio dell’onde.
Come in un singhiozzo in quell’autunno nero
il Piave mormorò: Ritorna lo straniero !

E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame,
vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora !

No, disse il Piave, no, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti !

Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l’onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: Indietro va, o straniero !

Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l’ali al vento !
Fu sacro il patto antico e tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti !

Infranse alfin l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore.

Sicure l’Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l’onde.
Sul patrio suolo vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò nè oppressi, nè stranieri.

Fischia il vento – Canzone della Resistenza

Fischia il vento è una canzone antifascista scritta nel 1943 da Felice Cascione sulle note della canzone russa Katyusha. Questa versione è cantata dai Modena City Ramblers.

Fischia il vento, infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera,
dove sorge il sol dell’avvenir!

…a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir!

Ogni contrada è patria del ribelle,
ogni donna a lui dona un sospir,
nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuor e il braccio nel colpir!

…nella notte lo guidano le stelle
forte il cuor e il braccio nel colpir!

E se ci coglie la crudele morte,
dura vendetta sarà dal partigian,
ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile traditor!

…ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile traditor!

Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa il fiero partigian,
sventolando la rossa sua bandiera,
vittoriosi, e alfin liberi siam!

…sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi, e alfin liberi siam!

liberazione

Bella Ciao – Canzone della Resistenza

Questa è una delle canzoni più famose della Resistenza italiana al nazi-fascismo. Questa versione è cantata da Giorgio Gaber.

Questa mattina mi son svegliato
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
questa mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

Oh partigiano, portami via
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
oh partigiano, portami via,
che mi sento di morir.

E se io muoio lassù in montagna
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e se io muoio lassù in montagna
tu mi devi seppellir.

Seppellire sulla montagna,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
seppellire sulla montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
e le genti che passeranno
mi diranno: ” Che bel fior “.

È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.