Dolce Italia

Italia“Dolce Italia” è una canzone del 1987 che Eugenio Finardi dedica all’Italia. Il brano parla di un confronto tra l’autenticità dei valori italiani e la finzioni di un Paese consumista come gli USA a cui vorrebbero ispirarsi alcuni italiani.

A Boston c’è la neve e si muore di noia,
urla tristi di gabbiani sull’acqua della baia,
gente dalla pelle grigia che ti guarda senza gioia,
tutti freddi e silenziosi chiusi nella loro storia.

Ma in Italia oh dolce Italia,
in Italia è già primavera,
in Italia oh dolce Italia.
La gente è più sincera, la vita è più vera.

Ma poi arrivan quei momenti in cui non si sa che dire
quando si sa dove si è ma non dove si può andare,
e dopo tante certezze e tante sicurezze
è il momento di dubitare, sembra tutto senza valore.

Ma in Italia oh dolce Italia,
in Italia è già primavera,
in Italia oh dolce Italia
la gente é più sincera, la vita è più vera.

Ma poi tornati qui a Milano sembrano tutti americani,
vivono vite di sponda, ciechi ai loro problemi,
vorrei metterli su di un Jumbo e poi fargliela vedere
quell’America senza gioia, sempre in vendita come una troia.

Ma in Italia oh dolce Italia,
in Italia è già primavera,
in Italia oh dolce Italia
la gente è più sincera,
la vita
qui in Italia oh dolce Italia,
in Italia è già primavera,
in Italia oh dolce Italia
la gente è più sincera, la vita è più vera.

Aida

Donna“Aida” è una delle canzoni più belle di Rino Gaetano. Uscito nel 1977, il brano parla di quasi cinquant’anni di storia italiana vista negli occhi di una donna, Aida.

Lei sfogliava i suoi ricordi
le sue istantanee
i suoi tabù
le sue madonne i suoi rosari
e mille mari
e alalà
I suoi vestiti di lino e seta
le calze a rete
Marlene e Charlot
e dopo giugno il gran conflitto
e poi l’Egitto
un’altra età
marce svastiche e federali
sotto i fanali
l’oscurità
e poi il ritorno in un paese diviso
nero nel viso
più rosso d’amore
Aida come sei bella
Aida le tue battaglie
i compromessi
la povertà
i salari bassi la fame bussa
il terrore russo
Cristo e Stalin
Aida la costituente
la democrazia
e chi ce l’ha
e poi trent’anni di safari
fra antilopi e giaguari
sciacalli e lapin
Aida come sei bella

In Italia

Fabri Fibra è un cantante rapper italiano molto discusso per la violenza del linguaggio delle sue canzoni. “In Italia” vede la collaborazione di Gianna Nannini. Il brano è un attacco ad un tipo di Italia, al paese delle “mezze verità”, senza nascondere però alcuni tratti positivi del Bel Paese.

Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua,
sei nato e morto qua,
nato nel paese delle mezza verità.

dove fuggi?

In Italia pistole in macchine,
in Italia Machiavelli e Foscolo,
in Italia i campioni del mondo
sono in Italia

Benvenuto in Italia!
Fatti una vacanza al mare in Italia,
meglio non farsi operare in Italia,
non andare all’ospedale in Italia,
la bella vita, in Italia, le grandi serate e i gala,
in Italia fai affari con la mala,
in Italia il vicino che ti spara

in Italia…

Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezze verità.

Dove fuggi?

In Italia.
I veri mafiosi sono in Italia,
i più pericolosi sono in Italia,
le ragazze nella strada in Italia,
mangi pasta fatta in casa in Italia,
poi ti entrano i ladri in casa in Italia,
non trovi un lavoro fisso in Italia,
ma baci il crocifisso in Italia.
I monumenti in Italia,
le chiese con i dipinti in Italia,
gente con dei sentimenti in Italia,
la campagna e i rapimenti in Italia…

Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezze verità.

Dove fuggi?
In italia…
Le ragazze corteggiate in Italia,
le donne fotografate in Italia,
le modelle ricattate in Italia,
impara l’arte in Italia,
gente che legge le carte in Italia,
assassini mai scoperti in Italia,
volti persi e voti certi in Italia.

Ci sono cose che nessuno ti dirà…
ci sono cose che nessuno ti darà…
sei nato e morto qua
sei nato e morto qua
nato nel paese delle mezze verità.

Dove fuggi?

Io non mi sento italiano

Giorgio Gaber è stato una delle voci più brillanti dell’Italia. Questa canzone, del 2003, è un lungo lamento su alcuni mali dell’italia che finisce però per essere un appello a quello che c’è di buono nel Paese.

Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell’inno nazionale
di cui un po’ mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all’impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po’ sfasciato.
E’ anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c’è un’aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m’incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos’è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c’è un’altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido “Italia, Italia”
c’è solo alle partite.
Ma un po’ per non morire
o forse un po’ per celia
abbiam fatto l’Europa
facciamo anche l’Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna…
per fortuna lo sono!