Ballata dell’Amore Cieco o della Vanità

Regina di cuori“Ballata dell’Amore Cieco o della Vanità” è una stupenda canzone di Fabrizio De Andrè, tratta dal disco “Canzoni” del 1974. Il brano racconta di un giovane innamorato e di una donna spietata che gli chiede delle terribili prove d’amore, fino a portarlo alla morte. Ma la vanità di lei diventa terrore quando vede che il giovane muore felice.

Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallalero
s’innamorò perdutamente
d’una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallalero
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l’uccise,
tralalalalla tralallalero
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallalero
non le bastava quell’orrore,
voleva un’altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallalero
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallalero
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallalero
gli disse lei ridendo forte,
l’ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s’era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallalero
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.





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