Negroni e Negroni sbagliato

Tra i cocktail più alla moda c’è sicuramente il negroni. Questo cocktail nasce negli anni ’20 a Firenze su richiesta del conte Camillo Negroni; costante frequentatore del caffè Casoni. Un giorno, stanco del cocktail americano, composto da Campari e Vermut con una spruzzata di soda, chiede al barman di sostituire la soda con il gin, che aveva bevuto spesso a Londra. Il cocktail così nato ha preso il suo nome ed oggi è uno dei più bevuti in Italia.

Negroni e Negroni sbagliato

Una storia milanese è quella che riguarda, invece, il negroni sbagliato. Negli anni ’60, nel Bar Basso di Milano si dice che il barman Mirko Stocchetto abbia sbagliato il cocktail aggiungendo lo spumante al posto del gin. Il cocktail così creato, però, ha avuto talmente tanto successo da diventare celebre quanto il negroni.

Imperfetto o passato prossimo?

Inserisci il verbo all’imperfetto o al passato prossimo.

Cara Antonietta,
scusa se non ti (telefonare) settimana scorsa, ma (essere) giorni molto intensi. Lunedì (volere) prendere mezza giornata di ferie per dedicarmi alla mia famiglia, ma in ufficio (arrivare) un imprevisto carico di lavoro e così (dovere) restare alla mia scrivania anche nel pomeriggio. Per tutta la settimana questo lavoro mi (impegnare) fino a tardi: anche venerdì, quando (stare) per uscire e tornare a casa, la mia responsabile mi (chiesto) di restare un altro po' per darle una mano. Così, stanca morta, nel fine settimana (dormire): (avere) in programma di aiutare mio marito a stirare, ma (essere) davvero esausta. Per fortuna a lui piace stirare e non (lamentarsi) di questo. Prometto che nei prossimi giorni ti chiamo.
A presto,
Valentina

Ambaradam

guerra etiopiaA volte la cultura popolare precede quella accademica. Non da molti anni c’è piena coscienza (e ci sono studi documentati e approfonditi) dei crimini dei militari italiani in Etiopia, nel corso della guerra fascista del 1935-1936, occasione in cui furono sperimentate e utilizzate armi chimiche contro anche la popolazione civile: se la classe politica democratica ha preferito non aprire quella tragica pagina della storia italiana, gli studiosi hanno dovuto aspettare l’apertura degli archivi per poter fare luce.

Una delle battaglie decisive di quella guerra fu nel febbraio 1936 sul massiccio dell’Amba Aradam: l’esercito italiano vinse con molte perdite (800 militari) dopo dieci giorni di conflitto, ma i morti etiopi furono ancor di più: almeno 20 mila, tra militari e civili. A causare la strage furono i gas tossici, utilizzati non solo per vincere sul campo, ma anche per indurre gli etiopi a non ribellarsi all’esercito occupante all’indomani della fine del conflitto.

etiopiaTornati in patria, i militari italiani cominciarono a utilizzare l’espressione «come ad Amba Aradam» per indicare una situazione caotica. L’espressione ha avuto successo e col tempo, complice una pronuncia che risulta buffa alle orecchie di un italiano, la parola «ambaradam» si è trasformata in «caos divertente». Resta la curiosa storia di una parola che rimanda a una tragica vicenda, i cui confini si sono potuti spiegare soltanto molto tempo dopo.

Tina Anselmi: la prima donna ministra

tina anselmiNata nel 1927 in provincia di Treviso, Tina Anselmi era una giovanissima studentessa negli anni della guerra. Il 26 settembre 1944 i nazifascisti obbligarono gli studenti di Bassano del Grappa ad assistere all’impiccagione pubblica di prigionieri antifascisti. Tra i giovani costretti a partecipare all’evento c’era anche Tina Anselmi, che decise di prendere una posizione matura e consapevole nel conflitto mondiale: aderì alla Resistenza e alla Democrazia Cristiana, entrando nei gruppi veneti dei partigiani antifascisti.
Dopo la guerra, laureatasi all’Università Cattolica, diventò insegnante elementare e partecipò alla vita sindacale. Nel 1976 fu la prima donna italiana ad assumere l’incarico di ministro, diventando responsabile del Lavoro e della Previdenza Sociale. Da ministra della Sanità fu tra i promotori della nascita del Servizio Sanitario Nazionale. Negli anni Ottanta guidò la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2 (il nome di una loggia massonica accusata di cospirare per sovvertire l’ordinamento dello Stato).
Rispettata e amata anche dagli avversari politici, Tina Anselmi non è mai riuscita a diventare presidente della Repubblica, nonostante le periodiche candidature. Autentica paladina della democrazia e fautrice dei diritti sociali e delle pari opportunità, è morta il 1° novembre 2016.

Occhi che sanno parlare

“Occhi che sanno parlare” è una bellissima canzone di Pino Daniele contenuta nell’album “Iguana Cafè” del 2005. La canzone, come tutto l’album, unisce il ritmo blues, amato dal cantautore, con le sonarità caraibiche. La canzone ci parla di uno sguardo, quello della persona che si ama.

Pino Daniele

Occhi che sanno parlare,
che ti prendono così
e ci fanno ragionare
sul percorso della vita,
sulla nostra storia infinita.

Occhi che sanno cercare
anche quello che non c’è
e ci fanno confessare
tutto quello che vorremmo avere.

Amarsi ancora,
nonostante tutto.

Amarsi ancora…
se piango se rido.

Amarsi ancora
ai confini del mondo.

Occhi che sanno cercare
anche quello che non c’è
e ci fanno confessare
tutto quello che vorremmo avere.

Amarsi ancora,
nonostante tutto.

Amarsi ancora…
se piango se rido.

Amarsi ancora
ai confini del mondo.