Albergo a ore

Mani“Albergo a ore” è una bellissima canzone di Herbert Pagani. Pagani è stato uno straordinario artista morto molto giovane. La canzone, uscita nel 1969, è la versione italiana di “Les amants d’un jour” che in Francia è stata portata al successo da Edith Piaf. Il brano racconta la storia romantica e drammatica di due amanti.

Io lavoro al bar
d’un albergo a ore
porto su il caffè
a chi fa l’amore.
Vanno su e giù
coppie tutte eguali,
non le vedo più
manco con gli occhiali…
Ma sono rimasto là come un cretino
vedendo quei due arrivare un mattino:
puliti, educati, sembravano finti
sembravano proprio due santi dipinti!
M’ han chiesto una stanza
gli ho fatto vedere
la meno schifosa,
la numero tre.
E ho messo nel letto i lenzuoli più nuovi
poi, come San Pietro,
gli ho dato le chiavi,
gli ho dato le chiavi di quel paradiso
e ho chiuso la stanza, sul loro sorriso!
Io lavoro al bar
di un albergo a ore
porto su il caffè a chi fa l’amore.
Vanno su e giù
coppie tutte eguali
non le vedo più
manco con gli occhiali!
Ma sono rimasto là come un cretino
aprendo la porta
in quel grigio mattino,
se n’erano andati,
in silenzio perfetto,
lasciando soltanto i due corpi nel letto.
Lo so, che non c’entro, però non è giusto,
morire a vent’anni e poi, proprio qui!
Me li hanno incartati nei bianchi lenzuoli
e l’ultimo viaggio l’ han fatto da soli:
né fiori né gente, soltanto un furgone,
ma là dove stanno, staranno benone.
Io lavoro al bar
d’un albergo ad ore
porto su il caffè
a chi fa l’amore…
Io sarò un cretino
ma chissà perché
non mi va di dare a nessuno
la chiave del tre…





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