Accadde a Natale…

Accadde a Natale

Natale ispira molti racconti, a volte davvero belli. Sono racconti che fanno riflettere, che divertono, che ci parlano del dolore ma anche della gioia in un giorno dove tutto può accadere.
Mettiamoci all’opera e proviamo a scrivere dei brevi racconti di Natale! A Natale può succedere di tutto!





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6 commenti su “Accadde a Natale…

  1. roberta il said:

    Era stato estremamente facile, una passeggiata. Sapevano che sarebbe passato anche dal loro camino e non avevano dovuto fare altro che tendergli una succulenta trappola ed il piatto di spaghetti fumanti aveva fatto il suo dovere, trattenendolo di quel tanto che era bastato per acciuffarlo e legarlo alla sedia. Ed ora l’avevano li. Le maschere dell’ultimo halloween regalavano quel giusto tocco di grinta indispensabile per essere prese sul serio ed il buio della casa rendeva l’atmosfera ancora più emozionante, oltre a camuffare un po’ i pigiami che potevano screditarle ai suoi occhi, soprattutto quello rosa con gli orsetti. Quando una delle due parlò, lo fece lentamente, sapeva di avere tutta la sua attenzione, ce l’aveva in pugno a considerare dallo sguardo. “Dunque, avrai capito che se ti interessa uscire di qui con il sacco dei doni e con tutti e due gli stivali dovrai fare quello che diciamo noi. Vogliamo liberare Rudolph e le altre renne, sappiamo come ti chiami e lo sappiamo in ogni lingua del mondo quindi non ti conviene cambiarti i documento Babbo, o Pere Noel, o santa Claus. Oltretutto abbiamo il tuo indirizzo, sarebbe facilissimo rintracciarti grazie anche agli uomini fidati che abbiamo infiltrato tra i tuoi elfi, ti controlliamo da tempo. Se vuoi continuare nel tuo lavoro non devi fare altro che uscire di qui a piedi e cominciare ad usare una macchina elettrica per spostarti…”. La bambina parlò per qualche altro minuto e a fine serata, soprattutto da quella sera in poi, la renna Rudolph si trasferì nei caldi mari del sud dove convolò a nozze con una tricheca mentre le altre riguadagnarono le loro terre d’origine ed iniziarono un lungo cammino di recupero nella vita selvatica.

  2. Marcelo il said:

    In un piccolo paese del Piemonte, abitava un giovanissimo dottore, Antonio, per il quale non c’erano giorni festivi perché tutti li dedicava ai suoi pazienti. Una sera, quella di Santo Stefano, lui decise di visitare Maria. Allora si incamminò verso l’ombroso e fitto bosco dove viveva la donna. Poco tempo prima, era stata ricoverata nell’ospedale dove lavorava Antonio e quindi voleva sapere come stava adesso.
    -S’accomodi, dottore. Stavo per mettere la casseruola nel fuoco. Gli piacerebbe un piatto di lenticchie? Purtroppo, cotechino non ce l’ho. Non ce l’ho fatta a andare dal paese, con questo freddo…
    Antonio comprese che sarebbe stato invano dire di no e quindi si sedette presto e fece uno sguardo alla stanza. Il letto era sottosopra e c’era biancheria appesa dapertutto. Sopra il tavolo da stiro ce n’era un mucchio che di sicuro Maria avrebbe dovuto ridare il giorno seguente alle loro padrone.
    A poco a poco, il vapore che usciva dalla casseruola invadeva l’abitazione e il caldo diventava più pesante. Ormai cominciava a mancargli il fiato e allora si sganciò il botone superiore della camicia. Mentre Maria si dava da fare in affettare un pezzetto di pane, il giovane notò che una collana di sudore era apparsa sulla fronte della donna. La si vedeva stanca e un po’ affogata.
    -Si sieda un attimo, mi raccomando.
    -Non fa niente, dottore. Non si preoccupi -rispose Maria mentre si asciugava la traspirazione.
    Presto riaparse la sudorazione; però Antonio osservò che questa volta aveva qualcosa di diverso. Gli sembrò la diadema di una regina antica che aveva visto anni fa in un museo. Infatti, le gocciole di sudore erano così trasparenti, simmetriche e brillanti che gli pareva fossero state tagliate da un orefice.
    D’un tratto, una gocciola si staccò dal resto e cominciò a scendere pian piano per la tempia mentre Maria versava della lenticchia nei piatti. A quel momento, il dottore non dava retta a ciò che gli diceva la donna. Tutta la sua attenzione era sopra la gocciola che ormai aveva raggiunto la guancia.
    -Dottore, il piatto. Mi sente?
    Eppure, come se fosse stata un’epifania, Antonio si alzò nel preciso momento in cui la gocciola, cadendo giù dal mento, scoppiava nel piatto che Maria gli offriva inutilmente da un paio di minuti.
    Mormorando qualche parola che neppure lui riuscì a capire, se ne andò via e non tornò mai a quella casa. Non voleva mangiare un cibo bagnato dal sudore altrui.

  3. La Vigilia di Natale … festoni di luci bianche e colorate sopra le nostre teste, la magia dell’attesa, la neve che comincia a cadere lieve lieve e noi che ci stringiamo stretti stretti per non sentire il freddo che ci attanaglia.
    E c’incamminiamo tutti imbacuccati verso la Messa di mezzanotte. La cerimonia è solenne, la chiesa pullula di persone (giuro, non l’ho mai vista così ricolma!) Ci dobbiamo accontentare di un posto in fondo… d’accordo lo terremo presente per il prossimo anno e partiremo con un certo anticipo! (Lo so, il solito buon proponimento…) All’uscita i bambini sgaiattolano fuori della chiesa e corrono, scivolano e improvvisano una battaglia a palle di neve coi primi fiocchi caduti … le mani candide e gelide, le guance e i nasini paonazzi, ma in realtà loro non sentono il freddo e continuano imperterriti i loro giochi!
    Sentiamo i rintocchi festosi delle campane e alcuni cori natalizi lungo le strade. Un uomo ci offre delle caldarroste, poco più in là qualcun altro versa fiumi di caldo vin brulè per la folla, altri tagliano e impiattano fette di pandoro e panettone per i passanti e tutti, ma proprio tutti, si scambiano auguri di Buon Natale e Buone Feste! E la magia, lo spirito del Natale, sta proprio anche in questa voglia di stare insieme e condividere, anche e soprattutto, le piccole cose !!!

  4. Edelweiss il said:

    Era la vigilia di Natale quando un ragazzo, preso dall’atmosfera natalizia, decise di fare una buona azione. Allora andò al supermercato, comprò un pandoro e cercò una barbona che vedeva spesso.
    Quando le diede il pandoro, la signora non lo guardò neppure: ringraziò, accennò ad un sorriso e mise a terra il pandoro.
    Il ragazzo ci rimase un po’ male. Avrebbe voluto una dimostrazione di riconoscenza, gli auguri per le feste, la commozione per il suo gesto. E invece niente di tutto questo.
    Cominciò a pensare che era un’ingrata e che forse poteva risparmiarsi i soldi.
    Ad un tratto però, nella folla, sentì una frase: “lei è sempre lì!”. Un padre stava parlando al figlio di una fontana, eppure quella frase sembrava rivolta al ragazzo che, come illuminato, pensò: “Che egoista che sono! Lei è sempre lì e io le chiedevo gratitudine per un piccolo gesto che mi è costato pochissimo! Non dobbiamo illuderci di cambiare la vita degli altri con dei gesti isolati, ma possiamo renderla migliore donando il nostro tempo a chi ne ha bisogno. Grazie a lei ho capito questo. Sono io che devo ringraziarla!”.

  5. elphie il said:

    Era la notte della Vigilia di Natale. La neve ebbe coperto tutto con un piumoncino bianco già qualche giorno prima, ma anche ora scendeva lentamente, rendendo tutto intorno ancora più mistico e silenzioso. In questo silenzio, all’improvviso, sì cominciò a sentire il fruscio di una slitta, accompagnato dal ronzio di campane. Era Luigi, il taglialegna del paesino che si trovava lì vicino, che stava tornando a casa dopo tutto il giorno di lavoro, con la slitta piena di legno. Passando davanti alla chiesa Luigi ebbe un pensiero che all’inizio gli sembrò strano, un attimo dopo però bussava già alla porta della casuccia del prete. “Ho portato del legno! L’inverno è freddissimo quest’anno, meglio averne di più…Ma no, che dite! E’ un regalo… Buon Natale!”. Detto questo lasciò il prete stupito e tornò a casa. “Un miracolo!” – sussurò il prete – “e facciamolo girare…”. Prese una gran parte del legno e la portò ad una vecchietta che abitava a due passi dalla chiesa. “Eccole un regalo per un Natale caloroso! Buone Feste e Dio Le benedica!”. La signora, comossa, regalò una metà del legno ad un giovane che le portava l’acqua dal pozzo. Quello lo portò a casa. Lì suo fratellino piccolo prese un pezzo di legno e ne fece un presepe. “Ho pensato a quel signore che abita laggiù…sta da solo e lavora così duramente che probabilmente non avrà neanche fatto l’albero…gli porto almeno il presepe che ho fatto” – disse il piccolo e corse dal vicino. Qualche minuto dopo il taglialegna Luigi teneva in mano il presepe di legno che gli regalò un ragazzino che nemmeno conosceva…

  6. nili il said:

    Scende la notte, appaiono le stelle. Laggiù ci sono molte persone che guardano insù. Forse, anzi sicuramente, pensano quale di queste stelle brilla per loro. C’erano anche le nuvole che a volte impedivano di vederle. Malgrado tutto ho scelto la mia stella fra queste nuvole. Ho desiderato che lui scegliesse la stessa stella, affinché si accorgesse di me.Ho aspettato un segno da Dio; che sia ”on-line”, o forse al telefono…
    Ma… Suona la porta! Può essere lui? MALEDETTOOOO! Sono in pigiama!

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